Biassono: il comandante della polizia locale a processo per apologia di fascismo

Rinvio a giudizio con l’accusa di apologia di fascismo per il comandante della polizia locale di Biassono, Giorgio Piacentini, che a gennaio del 2017 pubblicò sul suo profilo Facebook una sua fotografia con indosso un’uniforme delle SS. L’udienza è stata fissata per il 7 febbraio 2019.
Giorgio Piacentini
Giorgio Piacentini

Rinvio a giudizio con l’accusa di apologia di fascismo per il comandante della polizia locale di Biassono, Giorgio Piacentini, che a gennaio del 2017 pubblicò sul suo profilo Facebook una sua fotografia con indosso un’uniforme delle SS. L’udienza del processo a suo carico è stata fissata per il 7 febbraio 2019.


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Piacentini, a gennaio 2018, dopo essere stato temporaneamente degradato ad agente, era stato reintegrato dalla Amministrazione comunale nelle sue mansioni di comando, una decisione che aveva provocato polemiche e proteste. «Noi non siamo assolutamente favorevoli al reintegro del signor Piacentini – aveva detto Antonella Tremolada, presidente dell’Anpi -. Non può più ricoprire quel ruolo dal momento che è venuta a mancare la fiducia nel suo operato. Quello che ha fatto non può essere considerato una bravata. Ha offeso i biassonesi e la memoria dei deportati. La fotografia con indosso la divisa nazista ha generato sentimenti di sdegno e causato un clima di generale pubblica mancanza di fiducia nei suoi confronti».

Diverso il parere del sindaco leghista Luciano Casiraghi, che aveva minimizzato l’accaduto. «Dopo un anno di “purgatorio” è giusto reintegrare Piacentini nel suo ruolo di comando. Si è sempre comportato bene in questi mesi e non ha mai smesso di chiedere scusa per quella fotografia. Inoltre ha deciso di non fare ricorso contro il Comune dopo essere stato ridimensionato, e in questi mesi ha sempre lavorato correttamente».

Piacentini, che In calce alla foto con la divisa nazista aveva commentato: «Proporrò al sindaco di istituire un corpo di polizia così, per risolvere i problemi», travolto dalle polemiche, si era giustificato dicendo di essere un appassionato di divise di rievocazioni storiche, e che il suo gesto era stato solo “goliardico”.