Besana in Brianza, la Rsa risponde alle accuse: «Ecco cosa stiamo facendo»

Luisa Villa, presidente del cda della Fondazione Scola, replica alle accuse mosse dal centrosinistra nei giorni scorsi in merito alla gestione del personale sanitario.
BESANA CASA DI RIPOSO   SCOLA
BESANA CASA DI RIPOSO SCOLA

Fondazione Scola rispedisce al mittente le accuse avanzate dal centrosinistra. Negli scorsi giorni i gruppi consigliari Pd, Besana4future e Besanattiva avevano diramato un comunicato stampa congiunto in cui avevano elencato una lunga serie di “gravi criticità nella gestione medica della Rsa besanese, che sottopongono a un grave rischio la corretta cura degli ospiti” e, nello specifico, avevano segnalato criticità riguardo il personale sanitario (tra i numeri degli infermieri e l’assunzione di nuove figure).

In risposta Luisa Villa, presidente del cda della fondazione, ha spiegato che “tutte le Rsa hanno il problema delle dimissioni degli infermieri, perché in questo momento sono tutti reclutati nei centri vaccinali e negli ospedali, in quanto sono stati aperti i concorsi di assunzione. Non è una fuga dalla Rsa di Besana ma è una maggiore opportunità che hanno gli infermieri, anche a livello economico. Ci stiamo contendendo gli operatori sanitari”.

Per quanto riguarda l’assunzione di un consulente esterno, ha spiegato Villa, “il professionista assunto è un geriatra, la massima carica specialistica che può lavorare nella Rsa, ed è stato chiamato per offrire un aiuto all’area sanitaria. Grazie al suo contributo abbiamo provato a razionalizzare il processo delle terapie, che non significa diminuire il numero di farmaci, ma ridurre le tipologie di medicinali a disposizione per ogni patologia, per facilitare anche l’operato dei medici. In una Rsa mediamente i farmaci a disposizione sono dai 150 ai 200 tipi, noi ne avevamo più di 500. Queste persone si dovrebbero vergognare perché non hanno neanche idea di cosa è successo e di cosa ancora sta succedendo nelle Rsa, dove gli ospiti sono in lockdown da un anno e mezzo. È vergognoso da parte di queste persone fare leva su questi aspetti, per fare terrorismo psicologico nei confronti delle famiglie che sono costrette a rimanere lontane e a prendere appuntamento per vedere gli ospiti. Se pensano di usare la famiglie per far male alla fondazione ci stanno riuscendo. Non a me personalmente, perché io sono serena e sono sicura di quello che sto facendo perché mangio pane e Rsa da 38 anni”.