Besana: «Assisto mio marito malato tetraplegico ma non mi fanno il vaccino»

Il caso di Sabrina Schillaci, architetto 53enne di Vergo Zoccorino. L’uomo è stato vaccinato all’ospedale Niguarda di Milano, ma lei non ancora. «Noi caregiver siamo dimenticati - dice -Trovo la situazione davvero assurda».
Sabrina Schillaci
Sabrina Schillaci Signorini Federica

«Noi, caregiver, dimenticati dal sistema». È la denuncia di Sabrina Schillaci, architetto 53enne di Vergo Zoccorino. Da 14 anni Sabrina è una caregiver o assistente familiare ovvero una persona che aiuta, in maniera gratuita e quotidiana, un proprio parente di primo grado non autosufficiente. Nel caso di Sabrina ad aver necessità di assistenza è il marito che, in seguito a un incidente nel 2007, uno tuffo sfortunato, è rimasto tetraplegico.

«Sono stati anni di lotta continua contro la burocrazia – ha spiegato la besanese –. L’ultimo problema? La vaccinazione anti-Covid». Lo scorso 9 aprile Regione Lombardia ha aperto le prenotazioni per i soggetti fragili o con disabilità grave. «Le prenotazioni erano aperte ma i database non erano aggiornati – ha raccontato Sabrina –. Non riuscivo a fare la prenotazione per mio marito, alla fine il nostro medico curante ha dovuto forzare il sistema per inserire il nominativo». La procedura ha richiesto però qualche giorno e il primo appuntamento disponibile al centro vaccinale di Besana era lunedì 3 maggio.

«Il nostro medico ha inserito il nominativo di mio marito ma per il mio non c’è stato nulla da fare – ha continuato il suo racconto la besanese –. Perché non vaccinare in contemporanea assistito e caregiver? È ovvio che posso essere il canale principale del virus, la persona che lo porta in casa». Lunedì della scorsa settimana inaspettatamente la coppia ha ricevuto una telefonata dall’ospedale Niguarda di Milano: c’era la possibilità di vaccinare il marito di Sabrina Schillaci il mercoledì successivo. I due coniugi non hanno perso l’occasione e 48 ore dopo l’uomo ha ricevuto la sua prima dose.

«Sul sito dell’Associazione Unità Spinale di Niguarda scrivono che il caregiver ha diritto ad essere vaccinato con il suo assistito ma di fatto non è andata così, mercoledì scorso hanno vaccinato solo mio marito – ha spiegato –. Hanno preso in carico la mia richiesta ma non so quando mi chiameranno. Trovo la situazione davvero assurda, all’estero i caregiver possono contare sul supporto delle istituzioni in Italia invece sono fantasmi».

La speranza di Sabrina è di potersi vaccinare almeno lunedì 3 maggio al centro vaccinale di Besana, diversamente dovendo aspettare di essere vaccinata per età si andrebbe all’estate: «Se io mi ammalo chi si prende cura di mio marito? Devo pagare una persona per farlo? Devo aprire le porte di casa a una persona che non conosco e che non so che contatti ha avuto?»