Bar e ristoranti, possibile apertura fino alle 22: confronto con il nuovo assessore regionale

Guido Guidesi, neo assessore regionale allo Sviluppo economico, a tu per tu con il Movimento Imprese Ospitalità tra i cui responsabili per la Lombardia c’è Salvatore Bongiovanni, titolare dello Shaker Club Cafè di Seregno
Salvatore Bongiovanni
Salvatore Bongiovanni Paolo Colzani

Le difficoltà del settore di bar e ristorazione e la necessità di un prolungamento dell’orario di apertura dei locali, per favorire una sua ripartenza nel concreto, sono state al centro venerdì 5 febbraio di un incontro a Milano, che ha visto Guido Guidesi, neo assessore regionale allo Sviluppo economico, confrontarsi con Paolo Bianchini, presidente nazionale del Movimento Imprese Ospitalità, e con i responsabili per la Lombardia Giuseppe Arditi, Lina Grazioli e Salvatore Bongiovanni.

«L’idea di un confronto -ha commentato a posteriori Bongiovanni, titolare dello Shaker Club Cafè di via Medici a Seregno- era in agenda da qualche settimana e l’abbiamo finalmente concretizzata, approfittando della presenza a Milano di Bianchini. A Guidesi abbiamo illustrato le difficoltà che stiamo attraversando, figlie delle prescrizioni che sono state introdotte per il contenimento della pandemia, in particolare della limitazione dell’orario di attività alle 18, penalizzante soprattutto per i ristoranti. Questa categoria sta già facendo i conti con problematiche di non poco conto, come la diminuzione dell’utilizzo dei ticket, conseguenza del picco di ricorso allo smart working, che ha relegato e relegherà a casa tante persone che prima invece giornalmente raggiungevano i luoghi di lavoro e quindi pranzavano fuori. Anche questi sono apporti all’incasso che vengono a mancare e di cui nessuno o quasi però parla».

Non solo: «C’è poi il tema di chi lavora prevalentemente di notte, come le birrerie o i cocktail bar, che sono trattati al pari di delinquenti. Capiamo che non ci siano uomini delle forze dell’ordine sufficienti per i controlli e per evitare gli assembramenti all’esterno, ma non per questo si può pensare che una soluzione siano le prescrizioni attuali. Noi come gestori possiamo essere chiamati a rispondere di quel che avviene nei nostri locali, non di quello che avviene all’esterno. E, se qualcuno di noi sbaglia, è giusto che venga perseguito, ma non che, a causa sua, debbano pagare anche i colleghi».

Il quadro è stato condiviso dall’assessore: «Guidesi ci ha detto che la Regione ha già interpellato il governo centrale, affinché si possa arrivare ad un prolungamento delle aperture dopo le 18, ma sappiamo che in questo momento, con il nuovo esecutivo in fase di formazione, è improbabile che vi sia una risposta e nemmeno si può ipotizzare chi risponderà in futuro. Questo preoccupa un po’ anche in chiave ristori, perché quel che avrebbe dovuto essere erogato a febbraio ora, forse, lo sarà a marzo. Noi abbiamo ribadito che siamo disponibili a sederci al tavolo per elaborare un nuovo protocollo anche più stringente dell’odierno, purché ci venga restituita la possibilità di lavorare».