Aspettando Pedemontana: a Macherio il “non luogo” di via Manzoni

Il «tempo sospeso» di via Manzoni a Macherio dura ormai da nove anni. L’avvenire di questa striscia di asfalto, al confine tra Macherio e la frazione Bareggia, è appeso a Pedemontana. La denuncia del centrodestra.
La villetta di Elio Fabris e Laura Paleari ora abbandonata
La villetta di Elio Fabris e Laura Paleari ora abbandonata Marco Mologni

Il «tempo sospeso» di via Manzoni a Macherio dura ormai da nove anni. L’avvenire di questa striscia di asfalto, al confine tra Macherio e la frazione Bareggia, è appeso a Pedemontana.

Se la super autostrada lombarda sarà realizzata, quel microcosmo formato da sette famiglie che vivevano in tre villette, un’abitazione bifamiliare e una palazzina, sarà inghiottito da uno svincolo autostradale.
Se invece la «strada del futuro» resterà sulla carta, le case e i giardini potrebbero tornare al futuro. In attesa di sapere se scomparirà o no dalla cartina geografica, via Manzoni si è trasformata in un «non luogo», dove il tempo si è fermato. A denunciare il problema è stato «Centrodestra per il cambiamento».


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Barbara Caspani, Franco Redaelli e Federico Ferrario hanno preso carta e penna e hanno scritto al sindaco, Mariarosa Redaelli, e ad Autostrada Pedemontana: «Non è accettabile – protesta Caspani – che una porzione del territorio di un comune brianzolo sia stato posto sotto sequestro. Se Pedemontana sarà realizzata, vogliamo vedere i benefici per viabilità e accessibilità sul nostro territorio. Altrimenti, via Manzoni deve essere restituita ai macheriesi». Gli esponenti del gruppo politico che siede all’opposizione puntano il dito anche sul degrado: «Da quando i residenti se ne sono andati – aggiunge Redaelli – i giardini si sono ridotti a boschi infestati da sterpaglie. E le case stanno andando in rovina».


Un problema anche di sicurezza e di tipo sanitario: «Più di una volta – prosegue Ferrari – le forze dell’ordine sono dovute intervenire per impedire che le abitazioni fossero occupate da clochard e senzatetto. E non si contano le volte in cui i ladri hanno saccheggiato gli appartamenti. In aumento anche la presenza di topi e di bisce».

«Il sindaco – risponde l’assessore all’Urbanistica, Luigi Consonni – ha appena scritto una lettera di sollecito a Pedemontana. Sono loro i proprietari delle case e a loro abbiamo chiesto che garantiscano una adeguata manutenzione del verde e dell’igiene».
Era il lontano 2009 quando i sette capofamiglia furono contattati da Pedemontana. «Ci comunicarono senza troppi giri di parole che la nostra casa era espropriata – racconta Paola Zulian – . Leggendo una lettera, scoprimmo che io e mia mamma Giuseppina avremmo dovuto lasciare la casa che mio papà Remigio e i suoi fratelli avevano tirato su con le loro mani e tanti sacrifici». Un dolore solo in parte mitigato dai sostanziosi rimborsi offerti dai vertici dell’autostrada lombarda.

«Il Comune – risponde Pedemontana – ha messo a disposizione un terreno in via Bosco del Ratto dove gli ex residenti hanno trovato una nuova casa». Ma il cuore resta in via Manzoni. Le storie di questi sette macheriesi raccontano di un’Italia «eterna incompiuta»: Giuseppe Parravicini aveva appena ristrutturato la sua villa. Anche le imposte della casa di Elio Fabris e di Laura Paleari, si stanno sgretolando. E il giardino pieno di rose ora è infestato dai rovi. La casa di una vita abbandonata. Per poi scoprire che è stato tutto inutile. Forse.