Arte e Spettacolo di Lesmo chiede il PalaIlpra, il flash mob contro lo slittamento della riapertura dell’accademia

L’accademia “Arte e Spettacolo” di Lesmo martedì pomeriggio ha dato vita a un flash mob per protestare contro lo slittamento della riapertura della scuola di danza, canto e recitazione al 6 aprile. E chiede al Comune l’utilizzo del PalaIlpra per fare attività all’aperto.
I ballerini in protesta fuori dalla sede peregallese di Arte e Spettacolo
I ballerini in protesta fuori dalla sede peregallese di Arte e Spettacolo Gabriele Galbiati

Un grande sconforto per l’ennesima chiusura. È il sentimento che ha animato i ballerini e gli artisti dell’accademia “Arte e Spettacolo” di Lesmo che nel corso del pomeriggio di martedì 2 marzo hanno organizzato un flash-mob per protestare contro lo slittamento della riapertura della scuola di danza, canto e recitazione al 6 aprile. Uno slittamento definito dal Governo a causa dell’emergenza Covid19 che ha aggravato ancor più la situazione dell’accademia lesmese, chiusa ormai da più di un anno.

Fuori dalla sede di via Caduti per la Patria, a Peregallo, si sono radunati i referenti della scuola capitanati dal vicedirettore Sebastiano “Sebax” Fumagalli e una decina tra ballerini e artisti, tutti armati di cartelli e striscioni per sottolineare la situazione di rabbia e disagio che ormai da svariati mesi li accompagna.

«I nostri flash-mob, solitamente vedono la presenza di 200/300 persone, ma il segnale che volevamo dare questa volta è un altro – spiega Sebax – Noi vogliamo sottolineare come i lavoratori dello spettacolo rispettano le regole e la loro parte la fanno. Qualcuno però la sua parte non la fa. Nessuno pensa a noi che è da un anno che non lavoriamo, a parte i corsi. Siamo veramente stanchi perché non siamo nemmeno considerati, nonostante tutti gli sforzi messi in campo per rendere sicura la nostra sede. Allora lancio un appello all’amministrazione di Lesmo: concedeteci la struttura del PalaIlpra che non è utilizzata, per poter così fare lezioni all’aria aperta e ripartire a lavorare perché ne abbiamo estremo bisogno».