Arte: dopo gli arresti, ritrovati i quadri di Rubens e Renoir rubati a Monza – FOTO

FOTO - A giugno la notizia dell’arresto dei cinque presunti ladri, ora il ritrovamento dei quadri in provincia di Torino. I due dipinti di Renoir e Rubens che erano stati rubati a Monza il 20 aprile 2017 in un colpo architettato ad arte sono stati recuperati al termine di un’indagine dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza.
Furto quadri a Monza:  cc Ntpc, il maggiore Francesco Provenza
Furto quadri a Monza: cc Ntpc, il maggiore Francesco Provenza Roberto Magnani

A giugno la notizia dell’arresto dei cinque presunti ladri, ora il ritrovamento dei quadri. I due dipinti di Renoir e Rubens che erano stati rubati a Monza il 20 aprile 2017 in un colpo architettato ad arte sono stati recuperati al termine di un’indagine dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza, coordinati dalla Procura di Monza. Erano in provincia di Torino.


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Si tratta de “La sacra famiglia” di Rubens e “Le fanciulle sul prato” di Renoir. Erano stati portati via a due galleristi, uno di Cagliari e l’altro di Arona, da un finto uomo di affari israeliano e da un finto rabbino con la complicità di un falso pr, poi arrestati, che gli avevano fatto credere di volerli acquistare pagandoli circa 26 milioni di euro, dopo un incontro in un ufficio affittato a Monza. A quanto si è appreso le due opere erano ancora in attesa di essere “piazzate” fisicamente sul mercato.


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Ad aiutare la banda anche altre tre persone, denunciate a piede libero, di cui una rintracciata nelle scorse settimane: è un 30enne austriaco, domiciliato in provincia di Milano, che aveva accompagnato il presunto acquirente, il sedicente alto rappresentante della comunità ebraica milanese, nonché diplomatico con passaporto israeliano, agli incontri con il commerciante d’arte cagliaritano, vittima del reato.

I beni saranno ora sottoposti alle attente valutazioni di esperti che saranno incaricati dalla Procura della Repubblica di Monza per accertarne l’autenticità, la corretta attribuzione e il valore commerciale.

Un colpo clamoroso messo in scena in una villetta di via Quintino Sella, in centro città, dove, al primo piano, ha sede il Consolato onorario albanese (estraneo ai fatti). Una location prestigiosa scelta da un 44enne croato residente a Trezzano sul Naviglio, già noto alla Giustizia per reati specifici. I dipinti erano stati portati in via Sella su un furgone, posteggiato nel cortile della villa davanti agli uffici di una immobiliare (ora chiusa) di due monzesi, fratelli, di 52 e 59 anni, italiani, entrambi, come il croato, finiti in carcere.

L’acquirente, per essere evidentemente più credibile, si era detto appartenere alla comunità ebraica milanese, diplomatico, e avea ostentato un passaporto israeliano. Il 20 aprile doveva essere l’epilogo della trattativa, già avviata (i galleristi erano intenzionati a non vendere a meno di 9 milioni) con alcuni incontri in locali della città. Il gallerista e l’acquirente hanno firmato il contratto e, quel punto, con lo sconosciuto che l’aveva accompagnato si erano allontanati con la scusa di offrire ai galleristi un caffè. Invece si erano recati nel parcheggio e avevano caricato le due tele in un altro mezzo: aperto il cancello automatico del quale avevano il telecomando, si erano allontanati facendo perdere le proprie tracce.