Area ex Philips di Monza: un concorso under 35 di architettura per progettare il futuro

Un progetto c’è, ma può migliorare: è per questo che la proprietà dell’area ex Philips di Monza ha pensato a un concorso per architetti under 35 che provino a progettare il futuro di un comparto strategico.
Area ex Philips di Monza: un concorso under 35 di architettura per progettare il futuro

Si chiama ABC, Architecture Bim Competition, il concorso internazionale di idee di architettura riservato agli under 35 e promosso dalla proprietà dell’area ex Philips per ripensare in chiave innovativa e sostenibile l’intera ex cittadella della multinazionale del settore elettronico.

«Ai concorrenti viene richiesto un approccio che tenga conto dei temi di sostenibilità ambientale, economica e sociale e l’utilizzo di elementi del metodo Bim (Building information modeling)», spiega Daniele Cazzaniga, direttore del concorso. La competizione tra talenti prenderà il via il 25 giugno e si chiuderà il 4 novembre. Il prossimo 12 giugno, alle 21, nelle sale dello Sporting club verrà presentato ufficialmente il concorso alla presenza dei giurati e degli amministratori che hanno sostenuto l’iniziativa: primi tra tutti Regione Lombardia e Comune di Monza.

«Chi parteciperà al concorso dovrà necessariamente tenere conto della preesistenza produttiva che ancora si trova su quell’area – spiega Giancarlo Marzorati, architetto, membro della giuria e autore di un progetto proprio su quell’area -. L’obiettivo è quello di stimolare e suscitare i giovani architetti perché pensino a qualcosa di nuovo per quella porzione di città, ci auguriamo che vengano presentati progetti che siano non solo edilizi ma anche sociali, ambientali e certamente sostenibili. Qualcosa che sappia affascinare e che ci parli di futuro».

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Un progetto aperto a qualunque fantasia, senza alcun paletto imposto. Nella giuria, oltre che ad architetti, ci saranno anche esperti di Bim e persino un sociologo. «Il Building information modeling è un nuovo modo di affrontare i progetti, differente rispetto al consueto – spiega Marzorati – un metodo di lavoro che raduna intorno al medesimo tavolo non solo architetti, progettisti e ingegneri ma anche la proprietà, ciascuno con le proprie competenze, in modo tale che il progetto che viene prodotto sia frutto di diverse competenze messe insieme. Con il metodo Bim non si pensa solo al presente dell’edificio che viene realizzato ma anche alla gestione della sua vita successiva, preventivando in anticipo eventuali costi di mantenimento».

Dunque un concorso di idee che non vuole avere finalità unicamente speculative ma pensato per mettere in campo «qualità di resilienza, valorizzazione degli aspetti sociali e recupero del benessere – aggiunge Giancarlo Marzorati -. Di questo vorremmo che ci parlassero i progetti dei giovani che verranno presentati».

Il montepremi messo a disposizione dalla proprietà è di 20.000 euro. Sarà poi la proprietà dell’area a decidere quali suggerimenti presentati dai giovani architetti potranno essere accolti e messi in pratica, per dare vita al quartiere del futuro. «È chiaro che quello che ci aspettiamo non è la solita realizzazione di un sito commerciale, produttivo e residenziale – precisa Marzorati – ma qualcosa di davvero innovativo che sappia coinvolgere e contagiare quello che già esiste, inventando spazi verdi, aree di socializzazione, luoghi di incontro e cultura. Non dovranno rispettare alcuna regola se non quelle dettate dalla loro fantasia. Paradossalmente – conclude – se volessero ideare una nuvola all’interno dell’area potrebbero farla, pensando però a una funzione pratica oltre che estetica».

La cittadella Philips, tra le vie Casati e viale Campania, è un’area di 26.000 metri quadrati, di cui 20.500 erano destinati ad uso uffici, sviluppati su tre edifici. A completare il quadro ci sono anche i 300 posti auto che erano utilizzati dai dipendenti della sede monzese della multinazionale.n