Arcore: i primi cinque anni di Casa Perego, la scommessa diventata un modello

Progetto di integrazione di persone disabili con giovani studenti e lavoratori nella vita quotidiana, la cooperativa La Piramide sabato 3 luglio ha tenuto un incontro nell’abitazione di via Roma per raccontare la propria esperienza del progetto “Abitare la comunità”.
Arcore Casa Perego cinque Anni
Arcore Casa Perego cinque Anni Michele Boni

È già un lustro ovvero cinque anni che Casa Perego svolge la sua attività per integrare persone disabili con giovani studenti e lavoratori nella vita quotidiana. Proprio per questo la cooperativa La Piramide sabato 3 luglio ha tenuto un incontro nell’abitazione di via Roma per raccontare la propria esperienza del progetto “Abitare la comunità”.

Casa Perego è accoglienza, integrazione; un incontro di differenze, tra giovani, persone con disabilità, culture, religioni, pensieri, modi di vivere e di essere, bisogni. Tutti differenti tra loro, ma in fondo non così diversi.Tutti chiedono un luogo dal quale partire eppure dove sentirsi a casa, dove poter tornare, dove poter essere. Un trampolino verso l’autonomia in tutte le sue forme; un’autonomia che è sempre interdipendenza e mai solitudine e, a Casa Perego, non si è mai soli. Non solo perché c’è sempre tanta gente, ma anche perché si è nel pensiero dell’altro, in uno sguardo di attenzione e vicinanza. Partito quasi come una scommessa, a cinque anni dal suo esordio, questo progetto conta 11 giovani che hanno vissuto l’esperienza della convivenza, sperimentato la condivisone con tutte le sue ricchezze e le sue fatiche.

«Quello che era un tentativo, nel tempo, è divenuto un modello possibile di convivenza, un modello possibile di abitare. Un modello che, a suo modo, è stato in grado di reggere anche alla tempesta del Covid perché ha continuato ad essere casa per gli inquilini normodotati – hanno fatto sapere i responsabili della Piramide -. Oggi Casa Perego ha un valore sociale per i giovani e per le persone con disabilità, perché nell’accogliere e nel fornire una risposta ai loro bisogni, è in grado di generare nuove risorse. Un esempio sono le ore di servizio che questi giovani donano ad Abitare la comunità: dono perché mi è stato donato, restituisco qualcosa che è utile ad altri. Questo contributo è valore sociale: genera risorse che nascono dall’incontro tra persone e non sono esclusivamente un servizio educativo».