Arcore, demoliti gli storici hangar dell’ex Falck: «Sciagurato errore urbanistico»

Lettera aperta sul progetto di riurbanizzazione dell’ex area Falck di Arcore. L’ex assessore Fabio Borile accusa l’amministrazione comunale di aver spazzato via un pezzo di storia della città. E parla di «sciagurato errore urbanistico» e di «un vuoto culturale e tecnico».
La demolizione dell’ex Area Falck di Arcore
La demolizione dell’ex Area Falck di Arcore Valeria Pinoia

È un vero e proprio j’accuse quello che lancia l’ex assessore Fabio Borile sul progetto di riurbanizzazione dell’ex area Falck di Arcore. Le ruspe sono al lavoro in via Battisti da qualche settimana ma l’architetto ed ex politico arcorese accusa l’amministrazione comunale di aver spazzato via un pezzo di storia della città in uno «sciagurato errore urbanistico».

L’attacco alla giunta Colombo è duro e spicca ancora di più perché Borile (oggi di Sel) è stato per molto tempo un esponente di Rifondazione Comunista, partito che fa parte della maggioranza. E perché Borile con Rosalba Colombo ha condiviso a cavallo del 2000 un mandato di governo, lui assessore e lei consigliere.


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«Constato, con grande rammarico, che è iniziata l’ennesima demolizione di un importante esempio di archeologia industriale del nostro territorio – eordisce la lettera aperta diffusa da Borile -. In questi giorni gli hangar delle officine ex-Bestetti/Falck, datate 1906-1918, stanno cadendo in nome di una riqualificazione urbanistica che non si è preoccupata di salvaguardare le ultime presenze storico/architettoniche legate al nostro passato produttivo».

Una scelta inaccettabile per Borile che già nel 2012, quando il progetto passò in consiglio comunale, segnalava il pregio storico del comparto. Il nucleo più antico, datato 1906, apparteneva in origine alla Falegnameria Bestetti specializzatasi nella costruzione di parti di ricambio in legno per gli aerei. L’attività fiorì fino al 1942 e con il fascismo l’area adiacente si trasformò in campo di volo e impianto aeroportuale per il collaudo dei velivoli e la formazione dei piloti.
Se non bastasse questo, ricorda Borile, gli edifici «sacrificati alle ruspe fecero da sfondo al sabotaggio che portò alla fucilazione dei martiri di Valaperta, episodio cruciale della Resistenza brianzola».

Oggi la demolizione delle vecchie acciaierie costituirebbe per l’architetto una nuova ferita dopo la demolizione dell’ex Arcofil (Piazza Pertini), provocata da «l’ignavia di amministratori e tecnici che non hanno saputo o voluto contrastare le esigenze progettuali degli immobiliaristi di turno».

In questo quadro sarebbe una magra consolazione il salvataggio dell’hangar datato 1950 che il privato, da progetto, dovrà recuperare e cedere al Comune.

La lettera aperta si chiude con un passaggio al vetriolo: «Peccato, soprattutto per il vuoto culturale e tecnico di chi ha permesso una tale scelta, perché ha decapitato la città in nome di uno sviluppo miope ed ottuso, perpetrando l’idea obsoleta e pericolosa che solo le emergenze monumentali siano da salvare mentre il tessuto storico diffuso, quello che determina la memoria e l’identità collettiva dei luoghi, non sia meritevole di interesse».

Il progetto di recupero del comparto prevede la demolizione quasi completa e la trasformazione delle vecchie acciaierie in un nuovo quartiere residenziale dotato di cinque torri di appartamenti, di un hotel, di spazi pubblici come l’ipotetica scuola materna, di un grande parco attrezzato, di parcheggi. Realizzerà l’opera la Devero Costruzioni di Vimercate che ha acquistato l’area quasi 10 anni fa.