Arcore, Daniele Biella: «Il mio diario dall’Aquarius. Chi sale arriva col sorriso»

L’arcorese Daniele Biella ha vissuto per dieci giorni a settembre sull’Aquarius, la nave al centro delle polemiche dopo il respingimento da parte del Governo
Arcore Daniele Biella aquarius
Arcore Daniele Biella aquarius Michele Boni

C’è un arcorese che ha vissuto per una decina di giorni sulla nave Aquarius che in questi giorni è al centro di polemiche di politica internazionale, dopo il respingimento della nave da parte del governo Lega-M5S. Si tratta del giornalista e scrittore Daniele Biella che a metà settembre è salpato da Catania per fare un reportage per la rivista “Vita” (con cui collabora da anni) alla volta delle acque internazionali del Mediterraneo insieme ad altri tre colleghi, 12 membri dell’equipaggio, 12 volontari di Mediterranee e 12 di Medici senza frontiere.

«Quello che ti lascia un’esperienza simile è vedere allo stesso tempo uomini torturati, donne violentate, bambini abusati che però hanno questa speranza di approdare a una vita migliore –dice il 40enne brianzolo -. Preferiscono quasi perdersi nel Mediterraneo che rimanere nei paesi di appartenenza per avere un domani più luminoso». Su quella nave salirono a settembre 371 persone di cui 54 minorenni, la stragrande maggioranza provenienti dall’Africa subsahariana.

«Queste persone quando salgono a bordo le vedi con un sorriso che ringrazia ed essendo anche spesso credenti le vedi raccolte in preghiera per ringraziare il loro Dio di questo salvataggio. Da loro ho sentito storie di tante persone scappate da persecuzioni personali, religiose, guerre civili e molto altro. È stato veramente qualcosa di unico che ti fa riflettere anche tanto».

Al di là dell’aspetto umano Biella tiene a spiegare due aspetti più propriamente politici:«Innanzitutto le Ong non hanno rapporti con i trafficanti di esseri umani e questo non lo dico io, male sentenze dei tribunali. Inoltre Aquarius, come altre imbarcazioni che si dedicano al salvataggio dei migranti in mare, lo fa coordinandosi con la Guardia costiera, seguendo percorsi e coordinate ben precise. Non si parte per il mare a caso. Sicuramente c’è un problema di flussi migratori e credo che l’aspetto più importante per risolvere al meglio la questione sia coinvolgere tutti i Paesi europei per trovare soluzioni condivise per accogliere i migranti».

L’attenzione sugli sviluppi della vicenda Aquarius da parte di Biella, che conosce nel dettaglio l’imbarcazione, e le persone che vi operano, resta alta. Tra l’altro lo scrittore e giornalista recentemente ha presentato anche un libro intitolato “L’isola dei giusti. Lesbo crocevia dell’umanità” facendo un’altra esperienza tra i migranti sulla piccola isola greca. Questo libro l’ha presentato recentemente ad Arcore e Villasanta.

Inoltre tiene spesso delle lezioni nelle scuole superiori dell’Omnicomprensivo di Vimercate per raccontare la sua esperienza coi migranti, cercando di spiegare qual è il quadro dei flussi migratori soprattutto nel mar Mediterraneo e come il diritto internazionale preveda l‘accoglienza di uomini e donne che partono per questi coraggiosi viaggi della speranza con i richiedenti asilo che spesso si indebitano per affrontare un viaggio della speranza che di umano talvolta ha ben poco.