Arcore: addio alla pensione Emiliana, dove dormirono anche Guccini e Bertoli

Il nuovo proprietario della pensione Emiliana di Arcore presenta un piano per trasformare l’edificio in bar e uffici. In quell’albergo hanno dormito generazioni di lavoratori, ma anche Guccini e Bertoli.
L’Emiliana di Arcore
L’Emiliana di Arcore Valeria Pinoia

Addio per sempre cara vecchia Emiliana. A breve, al posto della storica Pensione sull’angolo di via Carso-via Casati, gli spazi che hanno visto sfilare famiglie e lavoratori in trasferta per decenni cambieranno vocazione, per mettersi al passo coi tempi.

L’operatore privato che ha acquisito i locali dal precedente proprietario ha infatti protocollato questa settimana un progetto per trasformare l’alberghetto di paese in un complesso nuovo e più moderno. Al piano terra, al posto della hall, troverà sede un’attività commerciale, si tratterebbe di un bar di piccole dimensioni, una caffetteria destinata a servire il quartiere, ma anche gente di passaggio sulla ex statale.

Ai piani superiori verrebbero invece realizzati degli uffici. Il progetto è solo una prima versione. L’assessore all’Urbanistica Roberto Mollica Bisci precisa:«dobbiamo ancora analizzare il disegno. La versione non è definitiva». Ma, a grandi linee, il futuro è tracciato. Oggi i locali sono abbandonati, ma in un passato recente sono stati anche occupati da abusivi senza tetto.

In realtà il passato della pensione e del suo omonimo e noto ristorante ha avuto i suoi momenti scintillanti. Fausto Perego, oggi assessore ai Lavori pubblici ma delegato alla Cultura tra il 1980 e il 1990, ricorda le cene con ospiti celebri: Francesco Guccini e Pierangelo Bertoli che si esibirono in quegli anni nel prato di villa Borromeo e poi mangiarono nel ristorante della pensione. «All’Emiliana una sera ho fatto pace con Guccini -ha raccontato Perego- all’inizio della serata avevamo litigato perché pioveva un po’ e lui voleva annullare il concerto. Avevamo un sacco di spettatori, l’abbiamo spedito sul palco senza scrupoli e lo scambio di battute è stato piuttosto ruvido. Ma poi tutto è andato per il meglio».