Agriparco, tra un anno sarà pronto il Barbera di Monza. Grazie un progetto sociale della Fondazione Tavecchio

Ad essere in fermento è l’area di 4mila metri quadrati in località Gera, al quartiere Libertà. C’era la voglia di tornare ad aprire gli spazi di “Accolti e raccolti: le coltivazioni, e i progetti di integrazione, non si sono fermati, così come la crescita del vigneto, messo a dura prova lo scorso anno da una grandinata, ma curato dagli esperti del Gruppo Meregalli
Il vigneto di Monza
Il vigneto di Monza

Per il vino bisognerà attendere ancora un anno, ma una prima “etichetta” è già nata. E per un’occasione speciale: la Festa dell’Uva che segna il pieno ritorno delle attività all’Agriparco solidale di via Papini. Ad essere in fermento è l’intera area di 4mila metri quadrati in località Gera, al quartiere Libertà. C’era la voglia di tornare ad aprire gli spazi di “Accolti e raccolti”, perché le coltivazioni, e i progetti di integrazione, non si sono fermati. Così come la crescita del vigneto, messo a dura prova lo scorso anno da una grandinata, ma curato con la professionalità d’eccellenza degli esperti del Gruppo Meregalli, da sempre accanto a Fondazione Tavecchio e agli altri partner nel progetto dell’Agriparco che punta, prima di tutto, all’inclusione sociale.

Oggi proprio questa alleanza che intende riportare una produzione di vino a Monza, offre un viaggio alla scoperta dei segreti della vigna; per i più piccoli, tra raccolta e pigiatura, per gli adulti con un percorso sensoriale e di degustazione, guidati da un sommelier. L’appuntamento è stato ieri, sabato 26 settembre, per la Festa dell’Uva, promossa da Fondazione Tavecchio, in collaborazione e con il sostegno di Gruppo Meregalli.

«Per l’occasione – spiega Alessio Tavecchio – 60 bottiglie in arrivo dal Piemonte, prodotte nella tenuta da cui il Gruppo Meregalli ha attinto per dare il via al vigneto di Monza, nel 2018, con la piantumazione delle iniziali barbatelle. Non si tratta ancora del Barbera di Monza, ma di fatto di un vino “cugino” e vuole essere un primo assaggio di quella che sarà la produzione, compresa una prima forma di etichetta di “Accolti e raccolti”, creata per l’evento». In attesa delle prime 500 bottiglie – conclude Tavecchio – previste per il 2021.

I fondi raccolti saranno destinati all’Agriparco (per info e prenotazioni accoltieraccolti@alessio.org o 039 96 34 280. www.alessio.org). Intanto in via Papini si lavora senza sosta. Due ragazzi richiedenti asilo impegnati ormai in pianta stabile nell’area, affiancati da un agronomo e un direttore lavori, sono al lavoro tra coltivazioni e cura delle arnie. In dirittura d’arrivo c’è anche l’allestimento delle serre e il giardino sensoriale.

«Il progetto cresce – conclude Tavecchio -. Lo lanciamo come sfida anche ad altre aziende lungimiranti come Meregalli, che intendono aderirvi, perché qui c’è una realtà dove le persone vengono prima di tutto, con la loro storia, per parlare di futuro».

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