Agrate Brianza: stop al falò di Omate, l’asinello in pausa di riflessione dopo 43 anni

A Omate stop al falò di Sant’Antonio: una tradizione lunga ben 43 anni che radunava centinaia e centinaia di persone nella frazione di Agrate Brianza nel 2019 non ci sarà per carenza di volontari. Un evento atteso e sempre spettacolare.
Agrate - Il falò di S.Antonio ad Omate - foto d’archivio
Agrate – Il falò di S.Antonio ad Omate – foto d’archivio

Quest’anno il falò di Sant’Antonio non brucerà ad Omate. Una tradizione lunga ben 43 anni che radunava centinaia e centinaia di persone nella frazione di Agrate Brianza nel 2019 non ci sarà per carenza di volontari.

D’altronde il lavoro di preparazione è sempre stato tanto e mediamente ha coinvolto circa 80 persone dell’Aco (associazione culturale omatese). A spiegare questa sospensione ci ha pensato il presidente del sodalizio Sergio Radaelli con una lunga lettera inviata ai media.

«La realizzazione di quest’evento, infatti, “brucia”, oltre che un importante quantitativo di risorse economiche, moltissimo lavoro fatto nelle settimane precedenti da un numero considerevole di persone, in alcuni casi con ritmi senza tregua: i pensionati del GPO per l’ideazione, la progettazione e la costruzione dell’asinello con tutti i meccanismi per la sua animazione; le donne pasticcere per la preparazione dei buonissimi dolci del Falò (baci di Omate, chiacchiere, frittelle); gli organizzatori per la preparazione e la gestione della sempre più complessa burocrazia richiesta anche in relazione alle normative sulla sicurezza, sui piani di emergenza per la gestione di eventi pubblici e altro. Per fare tutto questo servono persone disponibili e luoghi idonei alla preparazione, e alcuni di questi fattori fondamentali sono venuti meno: problemi personali, di età e salute, di alcuni “pilastri” storici del Falò, mancanza del grande luogo coperto fino allo scorso anno utilizzato per l’allestimento dell’asinello, per citarne solo alcuni».

La decisione di rinviare l’evento è solo per quest’anno. «Non si tratta della fine di un’esperienza durata più di quarant’anni, ma solo di un anno di sospensione per permettere agli organizzatori di riflettere bene su come gestire in modo sostenibile diverse problematiche emerse che avrebbero probabilmente reso l’edizione di quest’anno non all’altezza delle aspettative degli omatesi e di tanti altri amici del Falò di San Antonio. I primi ad esserne delusi, probabilmente, sarebbero stati proprio i volontari di Aco che hanno preferito una pausa di riflessione alla realizzazione frettolosa ed incauta di un’edizione meno calda e scoppiettante – ha proseguito Radaelli – In considerazione di tutto ciò, il consiglio di Aco ha preso questa non facile decisione, con qualche sofferenza e non senza critiche. Aco sta già lavorando, anche in collaborazione con altre realtà del territorio, in vista dei prossimi eventi da realizzare in paese… ma lo sguardo è già verso il gennaio del 2020. L’invito è per tutti coloro che amano il Falò e che quest’anno ne sentiranno la mancanza: fatevi avanti! C’è bisogno di idee, forze ed energie fresche per un nuovo falò, magari cambiato nella forma ma non nella sostanza: il calore che si sprigiona dal lavoro di una comunità piccola, ma operosa e unita, che Aco vuole contribuire a ravvivare. Per contattare l’associazione basta scrivere a: aco.omate(at)gmail.com».