Agrate Brianza: la lezione del bambino di 8 anni ai coetanei che l’hanno respinto per il colore della pelle

Un bambino di otto anni di origine ivoriana è stato respinto sul campo di basket del parco di Agrate Brianza per il colore della pelle e colpito alle spalle con il pallone: «Certe cose vanno solo ignorate», ha detto andandosene. Il racconto della madre, il commento del sindaco.
Agrate razzismo parco via Vismara
Agrate razzismo parco via Vismara Michele Boni

«Non puoi giocare con noi, non ci piacciono i neri». È la frase choc e razzista che un bambino di 8 anni si è sentito dire da alcuni coetanei nei giorni scorsi al parco di via Vismara ad Agrate Brianza, sul campo di basket. Il piccolo di origine ivoriana si era avvicinato a quel gruppetto di bambini solo per giocare a pallone insieme. La madre adottiva che ha assistito alla scena ha poi raccontato che si è sentita: «Allibita e sconfortata, speravo nella più matura scelta educativa dei genitori – spiega la donna – Invece, nulla. Così mi avvicino. “Siamo più intelligenti, siamo noi a non voler giocare con loro”, dico al bambino e, senza batter ciglio, ce ne andiamo. Uno dei bimbi, che ovviamente non teme nessuna ripercussione parentale, decide bene di colpire il mio bambino alle spalle con la palla. A quel punto, un bimbo di 8 anni, il mio, che neanche dovrebbe conoscere le logiche dell’esclusione razziale, decide di dare una splendida lezione. Prende la palla, la porge con delicatezza al bambino che lo ha colpito e, ad alta voce dice: “Certe cose vanno solo ignorate”. Si gira e se ne va».

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Una reazione di grande maturità del bambino, escluso perché nero, che, a fronte di un’offesa è riuscito a dimostrarsi superiore agli altri. La madre ha condiviso l’esperienza attraverso i social facendo incetta di commenti di solidarietà e di ferma condanna dell’affermazione razzista di quei bambini.

«Mi ha colpito molto il fatto che molte persone abbiano condiviso il mio punto di vista e abbiano raccontato la loro esperienza – ha detto la donna contattata telefonicamente – La mia intenzione non era fare polemica, ma far prendere coscienza alle persone dell’esistenza di questi disagi, in modo da riflettere tutti sull’integrazione degli individui, indipendentemente dal colore della pelle».

Non è mancato il commento da parte del sindaco Simone Sironi. « Grazie per questo post. Hai tutta la mia solidarietà … e tuo figlio è un grande! Mi auguro che il suo comportamento abbia fatto breccia negli altri bambini e genitori presenti – ha scritto il primo cittadino – Fammi sapere quando ripassate da quelle parti che quattro tiri a basket li faccio volentieri con lui! Un abbraccio».