Aggressione in carcere a Monza, due agenti feriti: «Adottare dispositivi di protezione passiva»

Lunedì 29 marzo nella casa circondariale di via Sanquirico, a Monza, due agenti sono stati aggrediti da un detenuto e colpiti al volto. Dieci giorni di prognosi. I sindacati chiedono “l’adozione di dispositivi di protezione passiva per gli agenti”.
Aggressione polizia penitenziaria carcere Monza
Aggressione polizia penitenziaria carcere Monza

Nuova aggressione lunedì 29 marzo, in mattinata, nella casa circondariale di via Sanquirico, a Monza. Ad avere la peggio sono stati due agenti della Polizia penitenziaria, aggrediti all’improvviso da un detenuto straniero in carcere per diversi reati, «molti dei quali consumati in vari istituti penitenziari», come confermano i colleghi dei due agenti aggrediti.

L’uomo si è scagliato verso i due agenti colpendoli a mani nude sul volto causando una ferita al labbro a uno, e la rottura dell’arcata sopraccigliare all’altro. I due agenti, trasportati al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo per gli accertamenti sanitari, sono stati poi dimessi con dieci giorni di prognosi.

«Il soggetto in questione già nei giorni scorsi aveva aggredito un operatore sanitario ed è stato autore di diverse minacce e sputi ai danni del personale della Polizia penitenziaria e non solo, sia in questo che in altri istituti dove è stato recluso, maturando così oltre 200 giorni di isolamento disciplinare come sanzione da scontare», confermano gli agenti di Monza.

«Per soggetti così pericolosi, autori di eventi contro il personale di Polizia, non bastano le blande sanzioni disciplinari o le querele – ha commentato Giuseppe Bolena, segretario regionale della Lombardia dell’Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria – La politica modifichi subito l’ordinamento penitenziario con misure di contrasto alla gestione. Il trasferimento da un istituto a un altro dei detenuti autori di questi gesti di fatto sposta solo il problema, ma non lo risolve – continua Bolena -. Bisogna istituire subito protocolli e sanzioni ad hoc per questo genere di detenuti, tenendoli ammanettati durante gli spostamenti».

La denuncia del rappresentante dell’Osapp si chiude con un’ulteriore richiesta: «L’adozione di dispositivi di protezione passiva per gli agenti e l’utilizzo di taser non sono più rinviabili: la politica se ne faccia carico».