Afghanistan, la Caritas Ambrosiana: «Pronti ad accogliere, ma non lasciateci soli»

La Caritas Ambrosiana si dice pronta ad accogliere di profughi provenienti dall’Afghanistan, ma avverte: «Non lasciateci soli».
La colonna di profughi afgani
La colonna di profughi afgani

«Siamo in contatto con la prefettura di Milano e, di fronte alla crisi umanitaria che si profila, siamo pronti a fare la nostra parte. In queste ore, i nostri operatori e le parrocchie stanno verificando la disponibilità dei posti nelle strutture di accoglienza per profughi, gestite dalle cooperative, in convenzione con le prefetture, compresa Milano. Casa Suraya, 130 posti è piena, ma abbiamo altre sedi». Così Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, intervistato da Repubblica Milano. «Bisognerà accoglierli e poi seguirli, c’è da pensare sul lungo periodo. Io spero solo che non finiscano anche questi nella grande massa dei «dimenticati». Dopo i decreti sicurezza i centri d’accoglienza sono stati svuotati ed è stato molto più difficile fare percorsi di integrazione» continua Gualzetti.

«Auspichiamo che sia possibile stabilire accordi con i Paesi nei quali gli afgani stanno cercando rifugio, in particolare il Pakistan, l’Iran e la Turchia, dove ci sono governi riconosciuti dalla comunità internazionale con i quali è quindi possibile prevedere la costituzione di veri e propri ’corridoi umanitari dei quali potrebbe approfittare la popolazione. E qui a Milano serve un progetto concreto, che non lasci sulle spalle del terzo settore tutto il carico, come è stato negli ultimi anni – afferma Gualzetti -. Cosa chiediamo? Che ci si occupi dell’emergenza umanitaria in corso ma in un modo coerente e continuativo. Noi offriamo la disponibilità dei posti, il lavoro di inserimento, ma le istituzioni locali e nazionali anche loro devono farsi carico di queste persone, senza dimenticarsene fra qualche tempo, appena smetteremo di vedere i video e le foto che in questi giorni stanno facendo il giro del mondo».