Affaire Villa Reale di Monza, la Corte dei conti non risponde e ributta Consorzio e Regione nello stallo

La Corte dei conti frena i progetti del Consorzio Villa reale e Parco di Monza e la soluzione del braccio di ferro tra ente pubblico e concessionario. La risposta “non possiamo rispondere” alla domanda di Consorzio e Regione riapre lo stallo.
Villa Reale di  Monza
Villa Reale di Monza Fabrizio Radaelli

La Corte dei conti frena i progetti del Consorzio Villa reale e Parco di Monza e la soluzione del braccio di ferro tra ente pubblico e concessionario. Non lo fa con intenzione, ovviamente: ha semplicemente risposto alla richiesta di un parere firmato dalla Regione Lombardia per sapere se sia lecito l’accordo individuato con il privato (Nuova Villa reale spa) per una transazione e l’uscita di scena di quest’ultimo dal contratto della Reggia. E non rischi, al contrario, di prefigurare un danno erariale.

La Corte dei conti, si scopre dal sito ufficiale della magistratura contabile, ha risposto il 10 settembre. E ha detto: non possiamo rispondervi. Perché non è il nostro compito e non siamo consulenti. La sintesi è un po’ brutale ma inquadra la decina di pagine con cui il relatore Valeria Fusano e il presidente Mario Riolo, magistrati, rimandano di fatto al mittente la questione.

E la questione è: è giusto il calcolo che abbiamo fatto di quanto è corretto riconoscere al concessionario per uscire di scena (si tratta di 4 milioni, per quanto se ne sa)? Ed è corretto prenderli nei 55 milioni di euro che la Regione ha deciso di investire nella Reggia di Monza? Un sì avrebbe spianato la strada a un accordo e alla risoluzione del contratto con Attilio Navarra. Un no sarebbe stato letale.
Un “non possiamo rispondere” rimette una volta di più il Consorzio in un limbo in cui (questo la Corte dei conti lo dice) è chiamato a prendere una decisione in autonomia. Affrontando ogni conseguenza.