Addio a Pietrogino Pezzano, ex potentissimo (e discusso) re dell’Asl di Monza e Brianza

È morto, al termine di una lunga malattia, Pietrogino Pezzano, ex re dell’Asl di Monza e Brianza dal 2004 al 2010. Il medico originario di Desio era ricoverato da tempo al Policlinico di Monza.
Pietrogino Pezzano
Pietrogino Pezzano

È morto, al termine di una lunga malattia, Pietrogino Pezzano, ex re dell’Asl di Monza e Brianza dal 2004 al 2010. Il medico originario di Desio era ricoverato da tempo al Policlinico di Monza. Pezzano (ribattezzato “dottor doberman” per l’infinita passione per questa razza canina) era tornato alla ribalta delle cronache locali e nazionali lo scorso febbraio, quando il suo nome era comparso nella carte dell’inchiesta sulla “Dentopoli” della sanità lombarda: risultava essere il compagno dell’imprenditrice Maria Paola Canegrati, ritenuta al centro del giro di tangenti e appalti truccati nel settore dell’odontoiatria convenzionata con la Regione.

Fino ad allora, di lui non si era saputo più nulla dopo che, nel 2010, venne fotografato insieme ad alcuni boss e fu indagato nell’inchiesta Infinito (poi archiviato). Si dimise dal suo incarico, per poi essere nominato direttore della Asl Milano 1, ma anche lì fu costretto alle dimissioni («Tale sofferta decisione – aveva spiegato in una lettera inviata all’allora presidente della Lombardia, Roberto Formigoni – è maturata dalla consapevolezza che questo gesto potrebbe porre fine ai continui attacchi rivolti a codeste istituzioni attraverso la mia persona ed il ruolo che mi è stato attribuito»).

Dalle carte della nuova inchiesta era emerso che Pezzano, all’epoca ufficialmente in pensione, era direttore generale delle aziende della Canegrati. «Dalle intercettazioni telefoniche – si legge nell’ordinanza – emerge che l’assunzione dell’ex pubblico funzionario non fosse certo dovuta a particolari capacità lavorative, ma finalizzata a garantirsi contatti con dirigenti ancora in servizio nelle Aziende ospedaliere». Da quanto risulta, insomma, Pezzano, grazie alle sue conoscenze, faceva da tramite tra la Canegrati, i dirigenti sanitari e i politici, tra cui l’ex vicepresidente della Regione Mario Mantovani (arrestato a ottobre 2014).