Aceti torna nella sua Giussano: «È stata un’olimpiade storica, mi sento di aver fatto molto bene»

«Mi sono complimentato con Jacobs, con gli altri atleti e con Filippo Tortu, che si meritava di vincere. Sono contento per lui perché so che ha trascorso periodi non facile»
Giussano: Elena Bellò e Vladimir Aceti
Giussano: Elena Bellò e Vladimir Aceti Federica Verno

Ha corso in quella che per l’Italia è stata un’Olimpiade storica. E’ tornato nella sua Giussano, Vladimir Aceti (Fiamme Gialle), record italiano con la staffetta 4×400. Insieme a Davide Re, Edoardo Scotti e Alessandro Sibilio hanno migliorato (prima in semifinale) di oltre due secondi (2.58.91) il primato storico che resisteva dal 1986, stabilito all’epoca da Giovanni Bongiorni, Mauro Zuliani, Vito Petrella e Roberto Ribaud ai Campionati Europei di Stoccarda. Ma il quartetto azzurro non si è accontentato e, in finale, ha fermato il crono a 2’58”81.

«Stare sotto i 3 minuti vuole dire cambiare la prospettiva – ha commentato Vladimir -, l’Italia, anche nella 4×400 è competitiva, può dire la sua e conta a livello mondiale. È cambiato il modo di ragionare. Sono molto soddisfatto della mia gara, ho corso sempre forte, chiudendo in 44 secondi e due centesimi. Tokyo 2020 è stata un’olimpiade storica, leggendaria perché sono stati abbattuti dei record storici, perché l’Italia con Jacobs ha vinto la medaglia d’oro nella gara simbolo, i 100 metri piani, perché abbiamo vinto due ori a distanza di pochi minuti e per molti altri risultati. Davvero mi sento di aver fatto molto bene».

Appena rientrato dal Paese del Sol Levante, ad accoglierlo in aeroporto c’erano mamma Angela e papà Francesco e, al campo sportivo di Largo Donatori di Sangue a Giussano, i suoi amici, i compagni di allenamento, l’allenatore Alessandro Simonelli, il presidente dell’atletica Vis Nova, Roberto Sironi e altri dirigenti della società che lo ha davvero visto crescere. Olimpiadi grandiose per l’Italia, fatte di medaglie, di sacrifici, di gioie e di lacrime, di amicizia.

«È stato tutto molto bello – ha aggiunto Vladimir -, mi sono complimentato con Jacobs, con gli altri atleti e con Filippo Tortu, che si meritava di vincere. Sono contento per lui perché so che ha trascorso periodi non facile. Quella staffetta penso sia stata per lui come una liberazione». E non finiscono gli impegni per Vladi. Sabato 14 sarà sui 400 metri in Svizzera in occasione di un importante meeting internazionale, poi a Rovereto a fine mese con lo sguardo avanti, ai mondiali del 2022. C’è aria di ritorno in famiglia, insomma, alla Vis Nova, dove, poster e foto degli atleti “giussanesi” erano stati appesi con orgoglio ancora prima delle semifinali e delle finali «perché per noi erano già dei grandi campioni – ha detto il presidente Roberto Sironi». E parliamo di Aceti, di Tortu (da ragazzo ha vestito la maglia della Vis Nova e spesso si allena a Giussano) ed Elena Bellò. E’ determinata la vicentina, che da qualche tempo si allena a Giussano sotto la guida di Simonelli. La sua presenza a Tokyo non era inizialmente certa, ma quando è arrivata la convocazione, la semifinale è stato il primo obiettivo. «Ho guidato la batteria ma non ho trovato la semifinale giusta, più lenta di quanto immaginassimo – ha commentato -. Abbiamo pensato di non tirarla subito, quindi poi il tempo non c’è stato. Ma sono soddisfatta perché ho battuto la campionessa mondiale di Doha 2019 e guardo avanti con molta convinzione». Per lei ora l’obiettivo è chiaro «andare in finale alle prossime Olimpiadi di Parigi 2024».

Federica Vernò