A Vimercate la testimonianza di Vera Vigevani Jarach, dalla persecuzione a madre di Plaza de Mayo

Il liceo Banfi di Vimercate ha ospitato Vera Vigevani Jarach e ha intitolato un’aula alla figlia Franca, scomparsa diciottenne nel 1976. Vigevani, 90 anni, ha portato la sua testimonianza di bambina ebrea fuggita alla persecuzione e poi di madre di Plaza de Mayo contro la dittatura.
Vimercate Vera Vigevani Jarach al Banfi col preside Giancarlo Sala
Vimercate Vera Vigevani Jarach al Banfi col preside Giancarlo Sala Michele Boni

«Abbiate sempre uno spirito critico e formatevi un’idea su ogni cosa». Questo è il messaggio principale di Vera Vigevani Jarach che mercoledì a Vimercate ha incontrato i ragazzi di terza, quarta e quinta liceo del Banfi. Vigevani, 90 anni, ha portato la sua testimonianza di bambina ebrea italiana costretta all’esilio in Argentina (1938) durante le persecuzione ebraica e di madre vittima della spietata dittatura argentina degli anni ’70 del 900.

La scrittrice ed ex giornalista oggi è portavoce delle Madres de Plaza de Mayo-Linea Fundadora, “partigiana della memoria” del dramma dei desaparecidos e importantissima voce nella difesa dei diritti umani. Molti i concetti che ha espresso davanti alla platea di studenti insieme all’ex allievo del Banfi Francesco Mapelli. A fare gli onori di casa il dirigente scolastico Giancarlo Sala, l’insegnante coordinatrice dell’incontro Antonella Cattaneo e il vicesindaco di Vimercate Valeria Calloni.

«Credo che un tema importante è quello dell’informazione – ha raccontato Vigevani con in testa il suo fazzoletto simbolo della protesta negli anni ’70 a Buenos Aires – All’epoca dei fatti, quando ero insieme ad altre mamme in piazza per manifestare contro la dittatura militare, né la stampa argentina né quella internazionale raccontavano cosa stesse accadendo nel Paese. L’informazione invece permette di fare e tramandare la memoria da una generazione all’altra trovando le analogie della storia. Non accontentatevi di quello che vi dicono o vi raccontano ma abbiate sempre uno spirito critico di fronte al mondo, facendovi portatori della vostra idea. Non rimanete in silenzio come ha fatto la stampa a quell’epoca».

La mattinata si è aperta con l’inaugurazione al Banfi di un’aula intitolata a Franca Jarach, figlia di Vera scomparsa nel 1976 a diciotto anni, che fa il pari con quella dedicata qualche mese fa ad Anna Frank.