A Seregno la prima di “Il padrino e lo scrittore”, film documentario sul pentito di ’ndrangheta’ Belnome

Intervista condotta dallo scrittore Camillo Costa che sta scrivendo la biografia di Belnome. Il documentario, qualche mese fa, era già stato diffuso, per la prima volta, dalla Radiotelevisione Svizzera Italiana, in occasione dei dieci anni dell’operazione Infinito che nel 2010
Gli intervenuti al dibattito su legalità e giustizia a Seregno dopo la visione del film "Il padrino e lo scrittore" (foto Voloonterio)
Gli intervenuti al dibattito su legalità e giustizia a Seregno dopo la visione del film “Il padrino e lo scrittore” (foto Voloonterio)

Un folto pubblico ha presenziato venerdì 21 gennaio in sala Gandini a Seregno all’anteprima italiana del film documentario “Il padrino e lo scrittore” del regista seregnese Marco Tagliabue, girato per la Radiotelevisione Svizzera Italiana, organizzato dalla locale rete “associazioni legalità e giustizia sociale”. Le sequenze hanno proposto un’intervista ad Antonino Belnome, calabrese di origine ma cresciuto a Giussano, in cui ha guidato la locale ‘ndrangheta, prima di cambiare vita e diventare collaboratore di giustizia.

Da quel periodo sono passati dieci anni, L’intervista era condotta dallo scrittore Camillo Costa che sta scrivendo la biografia di Belnome. Il documentario, qualche mese fa, era già stato diffuso, per la prima volta, dalla Radiotelevisione Svizzera Italiana, in occasione dei dieci anni dell’operazione Infinito che nel 2010, aveva portato alla luce in tutta la sua complessità la presenza molto radicata in Lombardia e nel territorio brianzolo della ‘ndrangheta, che aveva portato a degli arresti di spicco ed eccellenti dell’organizzazione. Belnome diventato collaboratore di giustizia con le sue testimonianze aveva svelato crimini irrisolti, cadaveri sepolti, affari sporchi tra armi, droga e corruzione nel nord Italia. In sala Gandini era presenti il regista Marco Tagliabue, lo scrittore Camillo Costa; la presidente della Commissione Antimafia Lombardia, Monica Forte; il giornalista Mario Portanova e il referente di Libera Monza e Brianza ,Valerio D’Ippolito.

In video conferenza la dottoressa Alessandra Dolci, direttrice della direzione distrettuale Antimafia di Milano, che nel suo lungo intervento ha ricordato che la ‘ndrangheta è nata su base familiare e che attualmente ha cambiato strategia. Attualmente punta sull’industria e come fonte di finanziamento ha i grossi traffici di droga che sbarcano nel porto di Gioia Tauro. Il fiume di denaro in precedenza serviva per finanziare le imprese edili, o quelle impegnate nel movimento terra come a Buccinasco. Il cambio di strategia ha portato la ‘ndrangheta ad aprire bar, ristoranti, luoghi di scommesse, video poker, raccolte di rifiuti e attività imprenditoriali sempre più articolate. La ‘ndrangheta- ha proseguito – intercetta le grandi aziende che esternalizzano i servizi offrendo a prezzi stracciati, in cui è quasi impossibile la concorrenza, in quanto in pagamento avvengono in nero non vengono pagate le imposte.

La dottoressa Dolci ha portato un esempio: “ il movimento terra costa 6-7 euro al mq., un’azienda mafiosa lo offre a 3-4 euro al mq. Le loro aziende praticano prezzi concorrenziali. C’è, però, un problema di carattere etico di cui più nessuno tiene conto”. Con grande rammarico ha fatto notare che: “il proliferare delle aziende di ‘ndrangheta è dovuto in particolare dal fatto che le molte aziende a cui offrono i loro servizi agiscono solo secondo la logica della convenienza dimenticando l’etica”. Sono seguiti gli interventi di tutti gli ospiti. Il regista Tagliabue ha spiegato che l’idea per cui è nato il film è che il territorio lombardo e brianzolo in particolare per anni ha negato l’esistenza della mafia. Ha chiuso il sindaco Alberto Rossi, ringraziando gli organizzatori della serata che ha portato un grande contributo al tema in discussione.