A processo a Monza il capo della baby gang che rapinava sui treni e nelle stazioni

Processo col rito abbreviato per il ragazzo, poco più che ventenne, sotto accusa per una serie di rapine commesse sui treni della linea Milano Lecco. Residente nel vimercatese, è comparso in aula martedì.
Monza Stazione ferroviaria
Monza Stazione ferroviaria Fabrizio Radaelli

Processo col rito abbreviato per il ragazzo, poco più che ventenne, sotto accusa per una serie di rapine commesse sui treni della linea Milano Lecco. Residente nel vimercatese, è comparso in aula martedì, ma l’udienza davanti al gup è stata rinviata al prossimo 20 novembre. Attualmente è detenuto in carcere, dove è stato condotto lo scorso aprile a conclusione delle indagini condotte dagli investigatori della compagnia dei carabinieri di Vimercate, su una serie di assalti commessi lo scorso novembre nelle stazioni ferroviarie o nei convogli Trenord. Gli agenti avevano sgominato un gruppo composto da due maggiorenni, e sei minorenni per i quali procede l’autorità giudiziaria competente.


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Tra i 21 episodi di rapina contestati, ne risultano alcuni commessi a Monza. L’11 novembre scorso, per esempio, la gang (che agiva in ‘batterie’ di 3 o massimo 4 persone) avrebbe preso di mira un ragazzo brianzolo. Questo, dopo essere stato schiaffeggiato e privato della sua catenina d’oro, sarebbe stato gravemente minacciato sul treno.

“Se scendi alla stazione di Monza ti ammazziamo o ti buttiamo sotto il treno”, si sarebbe sentita dire la vittima, la quale, in questo modo, era stata costretta a restare a bordo del convoglio, non potendo scendere e chiamare aiuto. Un altro ragazzo, il 23 novembre, sarebbe stato gravemente intimidito con una pistola alla tempia, sempre a Monza, ma stavolta nei pressi della stazione, solo per un paio di auricolari. Gli indagati, prima e dopo le loro scorribande erano soliti ritrovarsi alla stazione degli autobus di piazza Marconi, a Vimercate, o al centro commerciale Torri Bianche. Sono sia italiani, che stranieri (marocchini, un egiziano, romeni) ma cresciuti in Brianza, tra Vimercate, Aicurzio, Bernareggio, e provenienti da famiglie di lavoratori in regola. Al momento dell’esecuzione delle ordinanze da parte dei carabinieri di Vimercate, secondo quanto appreso, molti di loro sarebbero scoppiati in lacrime. Uno di questi era stato trovato a casa che dormiva vestito con jeans e maglietta, con un coltello a serramanico sotto il cuscino.