A Monza arrivano tredici “chiosconi” commerciali: «Non metteteli davanti ai monumenti»

Alcune associazioni cittadine raccolgono firme contro alcuni dei chioschi commerciali che il Comune di Monza si prepara ad autorizzare in città: saranno tredici, alcuni in piazze e luoghi storici. «Non coprite i monumenti» dicono le associazioni.
La collocazione di alcuni dei monumenti: si vedono quello in largo IV novembre (8) e quello davanti al tribunale (5)
La collocazione di alcuni dei monumenti: si vedono quello in largo IV novembre (8) e quello davanti al tribunale (5) Massimiliano Rossin

Sarà recapitata negli uffici di piazza Trento e Trieste domani, o al massimo nella giornata di lunedì. Una lettera aperta al sindaco Roberto Scanagatti e alla giunta comunale sta per essere redatta e sottoscritta da una decina di associazioni culturali della città. Il motivo? Un no, chiaro e tondo, all’installazione di alcuni dei tredici chioschi previsti da “Rive del Lambro”. Il progetto di “valorizzazione del centro storico attraverso la realizzazione di punti di ristoro e riqualificazione arredo urbano”, secondo quanto si legge sulla delibera di giunta 199/2015 dello scorso 4 giugno, è stato avanzato con una nota di protocollo nel luglio 2013 dalla società Saum srl di Vincenzo Ascrizzi, ex assessore al Turismo della giunta Faglia.

I dehor, di dimensioni variabili, dai 20 ai 70 metri quadri, saranno dislocati lungo un asse che idealmente vorrebbe congiungere la stazione di via Arosio ai Boschetti Reali. Stando alla documentazione pubblicata dal comune, proprio in quei due punti, e poi in viale Petrarca e in piazza Cambiaghi, saranno posizionati i chioschi di dimensioni maggiori (10×7 metri). Di 50 metri quadrati quello in via Colombo, di 30 quelli in piazza Garibaldi, via Pesa del Lino e nei giardinetti di via Azzone Visconti, e di 20 metri quadrati, infine, quelli in piazza Carrobiolo, in San Gerardino, in via Vittorio Emanuele, in largo IV Novembre e in via Italia. Se, da un lato, le associazioni culturali approvano la realizzazione dei chioschi nelle aree più degradate, come piazza Cambiaghi e i boschetti reali, dall’altro, di vedere un chiosco in piazza Carrobiolo e lungo le vie San Gerardino, Pesa del Lino e Vittorio Emanuele, proprio non ne vogliono sapere. E per questo si stanno mobilitando.

«In quei quattro punti dei dehors non farebbero che deturpare l’ambiente. Sarebbero del tutto inappropriati – spiega Ettore Radice, uno dei promotori – Altro che riqualificazione del paesaggio: finirebbero per nascondere quello che di bello c’è davvero da vedere. Speriamo che l’amministrazione individui delle aree alternative». Pronta la replica dell’assessore al Turismo e alle attività produttive Carlo Abbà: «Il progetto è già passato due volte al vaglio della commissione paesaggio, dopo aver raccolto le osservazioni che erano state avanzate – precisa – Mancano ancora la progettazione esecutiva e il via libera da parte della Sovrintendenza. Stiamo seguendo un iter rigoroso e non è certo intenzione dell’amministrazione rovinare il paesaggio, anzi». Stando ai progetti i chioschi avranno una destinazione mista: potranno accogliere piccoli bar e attività commerciali e serviranno anche come info point turistici e culturali.