A Monza arrivano i portinai di quartiere: test a San Giuseppe e San Carlo

Una quarantina di persone hanno risposto al bando per la prima portineria di quartiere promosso a Monza da Silva 26, lo spazio di coworking che si trova al centro civico San Giuseppe - San Carlo.
Il centro civico di San Carlo e San Giuseppe dove si trova anche il coworking Silva 26
Il centro civico di San Carlo e San Giuseppe dove si trova anche il coworking Silva 26 Foto Radaelli

Un tempo era la persona di fiducia a cui affidarsi. Oggi il portiere è una figura professionale sempre più rara nei condomini. Colpa della crisi, che ha spinto a tagliare infiniti capitoli di spesa e tra questi anche la figura del custode. La portineria 4.0 si prende la sua rivincita e si rilancia sul mercato con un’autentica start up. A proporre l’iniziativa con un bando aperto alla città di Monza è Silva 26, lo spazio di coworking che si trova al centro civico San Giuseppe – San Carlo.

Sono una quarantina le persone che hanno risposto al bando promosso in collaborazione con Mestieri Lombardia e Impact hub Trentino, inviando la loro candidatura e il curriculum.

«Tra tutte le domande arrivate selezioneremo due candidati che daranno vita alla prima portineria di quartiere di Monza», spiegano Elena Taverna e Paolo Campagnano, gestori di Silva 26.

La portineria di quartiere dovrà essere punto di riferimento per accedere a una serie di servizi ma non solo: svolgerà tutte le funzioni che sono tipiche di una portineria di condominio: ci si potrà rivolgere ai custodi per sapere a quali operai o professionisti rivolgersi in caso di necessità, i portinai potranno consegnare la spesa a casa di chi ne fa richiesta, ritirare pacchi, tenere in custodia le chiavi.

«Sarà un presidio di prossimità a disposizione del territorio e del quartiere, i custodi dovranno saper intercettare i bisogni creando un rapporto di dialogo e fiducia con i cittadini. Questo però dipenderà dalla loro capacità di creare empatia e di riuscire a conquistare l’utenza», spiega Campagnano.

Al momento il progetto è ancora tutto da definire. Il bando si è chiuso martedì scorso. «Ora sceglieremo guardando le competenze personali di ciascuno. Quello che stiamo intraprendendo è un percorso di sperimentazione, un modello di business ancora da verificare. Ci diamo sei mesi di tempo per capire le risposte degli utenti, e per apportare aggiustamenti e correzioni. Il sevizio si modificherà in corso d’opera, adattandosi alle esigenze espresse dal quartiere».

Entro Natale si conosceranno i nomi dei primi due portinai di quartiere. Il servizio prenderà poi il via a gennaio. «Questo progetto intende dare una risposta strutturata ai bisogni del quartiere».