25 aprile a Lissone dopo le polemiche: «Si tratta di ricostruire la storia, senza paura né timore»

La città di Lissone ha celebrato il 25 aprile senza sussulti o nuove polemiche e inaugurando il “Parco della Resistenza”. Il sindaco Concetta Monguzzi: «Alle persone, vittime di giustizia sommaria, va la nostra pietà umana. Non vogliamo mettere i morti sullo stesso piano. Si tratta di ricostruire la storia, senza paura né timore».
Il 25 aprile a Lissone
Il 25 aprile a Lissone Gianni Radaelli

La città di Lissone ha celebrato il 25 aprile senza sussulti o nuove polemiche e inaugurando il “Parco della Resistenza”. Amministrazione comunale e Anpi provano a lasciarsi alle spalle gli screzi che hanno animato la vigilia della Festa della Liberazione (scaturiti dalla proposta dell’assessore comunale Roberto Beretta di citare in una mostra documentaria anche le vittime fasciste per “umana pietà”) e raccontati dal Cittadino. Gli stessi screzi che hanno suscitato in settimana un dibattito molto forte tra partiti politici, liste civiche, Anpi di Lissone e Anpi provinciale ed amministrazione comunale.


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Polemiche che sabato 25 aprile vengono accennate nel discorso ufficiale del sindaco Concetta Monguzzi di fronte alla cittadinanza (“ su Il Cittadino di oggi ci sono ancora polemiche, ma non l’ho ancora letto”). Il primo cittadino di Lissone ha ribadito che « la storia va raccontata tutta. Alle persone, vittime di giustizia sommaria, va la nostra pietà umana. Hanno pagato con la vita la loro scelta sbagliata. Sono un “limite” del 25 aprile 1945, della difficoltà che anche a Lissone fu presente di rispettare le indicazioni del CLN che chiedevano di non procedere autonomamente spinti da spirito di vendetta ad una giustizia sommaria».
Ed ha aggiunto.«Non vogliamo mettere i morti sullo stesso piano. Si tratta di ricostruire la storia, senza paura né timore. Le morti non sono tutte uguali, portano in sé il significato di ciò che uno ha vissuto e della parte che ha preso nella vita. Nei fatti accaduti, ricordando i morti ricerchiamo valori e principi che ci guidino nella nostra azione amministrativa e di costruzione della società civile, tenendo ben saldi quelli usciti dalla Resistenza e fondamento della Costituzione alla quale sempre dobbiamo riferirci e confrontarci».

Monguzzi ha voluto ricordare le “vittime delle tragedie dei barconi naufragati nel Mediterraneo”: «Sono persone in fuga da totalitarismi – ha detto – che lottano, cercano aiuto e si rivolgono a noi alla ricerca di libertà, solidarietà, umanità».

Il discorso del sindaco è stato preceduto dal messaggio reso dal presidente locale dell’associazione Combattenti e Reduci, Giacomo Monguzzi, e dalle parole spese dall’esponente dell’Anpi provinciale, Maurizio Laini. «Dovremmo dedicare un po’ più del nostro tempo a capire quello che 70 anni dopo stiamo facendo, a quali valori corrisponde, qual è il pensiero che ci anima e che ci muove? – ha detto Laini – la nostra quotidianità a quali convinzioni di valore si ispira?».

Anche da parte dell’Anpi, non è mancato il riferimento alle tragedie del mare. «Uomini, donne e bambini disperati, profughi disposti a tutti pur di sfuggire a violenze e persecuzioni, a miserie, ad un destino di morte – ha aggiunto Laini – anche col solo giudizio, da che parte stiamo? Non da quella degli scafisti. Scafisti e profughi non sono la stesa cosa».
Po il riferimento alle polemiche locali, citando Italo Calvino. «La scelta dei fascisti e quella dei partigiani non possono in nessun modo essere equiparate sul piano storico, etico e politico. La pietà per i morti, per tutti i morti è sentimento nobile, presupposto civile che ci appartiene, ma la pietà non ha niente a che vede con giudizio storico. I partigiani sono dalla parte delle ragione, i fascisti no. “Tutti uguali davanti alla morte, ma non davanti alla storia” scrisse Italo Calvino».