Perché il mio cane ha paura di tutto?

Le paure nel cane e la sindrome da privazione sensoriale. Risponde la dottoressa Anna Randazzese, istruttrice cinofila.
Cane - foto wirestock/it.freepik.com
Cane – foto wirestock/it.freepik.com

Buongiorno, ho adottato un cucciolo dal sud Italia, è arrivato tramite staffetta che aveva sei mesi, adesso ha un anno, ma ha ancora tantissime paure: le persone, le macchine, le biciclette, i rumori… insomma è sempre allerta e non si rilassa mai.

Mi hanno raccontato che è stato trovato in giro a poco più di un mese ed è stato messo in un rifugio privato, finché l’ho adottato io. Non capisco perché, noi lo abbiamo sempre trattato bene!
Laura

Buongiorno,
purtroppo quando un cucciolo viene messo in canile molto piccolo, rischia di sviluppare quella che si chiama “sindrome da privazione sensoriale”, cioè una grave mancanza di socializzazione (verso il mondo) che lo porta a sviluppare paure, quando non fobie vere e proprie, verso tutto ciò che è “nuovo” e che non ha avuto modo di conoscere nel periodo delicato della “finestra di socializzazione”.

Considerando che i cani hanno una crescita molto più veloce di quella umana (entro i due anni diventano infatti adulti, se non prima, nelle taglie piccole), hanno poco tempo per fare quelle esperienze che gli servono per strutturarsi a livello cognitivo. Un cucciolo che passa il suo tempo dall’età di un mese a quella di 8 mesi in un box, è molto deprivato, perché non ha appunto modo di fare esperienze e conoscere il mondo. Quando un cucciolo nasce, il suo cervello è incredibilmente plastico, e nel formarsi i neuroni a livello cerebrale, si formano anche miliardi di connessioni, che vengono stimolate dalle esperienze (visive, olfattive, tattili, motorie etc); questo periodo, chiamato appunto “finestra di socializzazione” fa sì che le esperienze fatte producano e rinforzino le connessioni neurali, che portano il cane a sapere generalizzare (ad esempio, vedendo le automobili e i camion, generalizzerà verso pullman, furgoni etc), quindi se l’esperienza delle automobili è positiva, il cane non avrà paura dei mezzi che circolano per strada. Se però queste esperienze vengono a mancare perché il cane vive il periodo sensibile in un contesto senza stimoli (il box di un canile di solito lo è), queste connessioni vengono non solo a mancare, ma anche a essere tagliate. Il cervello ha una predisposizione potenziale di sviluppo che però non avviene se mancano gli stimoli esterni (un po’ come un muscolo si atrofizza se noi non lo usiamo, anche se potenzialmente potrebbe diventare forte).

Quello che si può fare è farsi aiutare da un professionista che sappia dosare bene gli stimoli e lavori con voi per aumentare le sue sicurezze, aiutandovi soprattutto a creare tra voi e lui una relazione che si basi sulla fiducia, così che voi possiate fare “da ponte” per aiutarlo a superare le sue paure. Probabilmente rimarrà sempre un cane timoroso, ma si possono fare tantissime cose, come attività di mobility, ricerca olfattiva, problem solving, per aiutarlo ad accrescere la sua percezione di autoefficacia, così che si senta più forte e in grado di affrontare le sfide di ogni giorno.

La raccomandazione è armarsi di pazienza, non sgridarlo quando per paura scarta o fa per fuggire e affidarsi a un esperto che vi sappia guidare al meglio!

Anna Randazzese *

* Laureata in psicologia e Istruttrice Cinofila, lavora sul territorio di Monza e Brianza con attività individuali e collettive, proponendo percorsi di educazione e riabilitazione comportamentale a tutti i tipi di cani, dai cuccioli appena arrivati a casa a cani adulti con problematiche comportamentali anche complesse. Potete visitare il sito web o visitare la pagina Facebook Aseizampe.