Il mio cane non torna quando è libero e lo chiamo, cosa posso fare?

Quando i cani non tornano al richiamo. Risponde la dottoressa Anna Randazzese, istruttrice cinofila.
Consigli a 6 zampe: cane corso
Consigli a 6 zampe: cane corso

Buonasera, ho Billy, un cane molto vivace di otto mesi. È abbastanza bravo, ma non lo lascio mai libero perché le poche volte che l’ho fatto non tornava quando lo chiamavo. Da allora solo uscite al guinzaglio, non mi fido più, ma mi spiace che non possa mai correre e giocare con gli altri cani. Come posso insegnargli?
Sara

Buongiorno, Billy è in piena adolescenza; ebbene sì, anche i cani vivono una fase della vita che si chiama in questo modo e che ha circa le stesse caratteristiche di quella umana: il soggetto si prende più libertà, sembra testare i nostri limiti e la nostra pazienza, mette anche in atto comportamenti che non erano più presenti (come ad esempio sporcare in casa) oppure di nuovi come se fosse un cucciolo che non è stato educato (ad esempio distruggere oggetti). Tra le varie caratteristiche di questa delicata fase c’è quella che ha a che fare con la voglia di stare con gli amici più che con la famiglia, un po’ come i figli umani! Essere “disobbedienti” e urlare la propria indipendenza è proprio tipico insomma.

Noi possiamo comunque fare molto per migliorare questi aspetti; in particolare, per quanto riguarda il richiamo, ci sono alcune “regole di base” che valgono per tutti: chiamare il cane con voce allegra e festosa, come fosse una promessa di qualcosa di meraviglioso. E così dev’essere, questa promessa deve essere mantenuta, quindi quando il cane torna dobbiamo rendere quel momento meraviglioso. Questo, ripetuto più volte, farà pensare al cane che venire da noi tutto sommato è anche bello. Per questo motivo, mai e poi mai, va punito il cane per il mancato richiamo. Per farlo infatti, anche fosse solo un rimprovero verbale, dovremmo farlo quando il cane è ormai da noi, ma è importantissimo sapere che premi e punizioni vanno somministrati nel momento immediatamente successivo all’azione (compiuta dal cane) che vogliamo premiare o punire; quindi, se sgridiamo un cane che, dopo essersi fatto attendere, finalmente viene da noi, questo crederà che lo sgridiamo proprio perché è venuto (oppure non capirà perché viene sgridato) portando come unico risultato che la volta successiva il cane avrà ancora meno voglia di venire da noi.

Quindi non importa quanto il cane si sia fatto attendere, o ci abbia fatto innervosire o spaventare: comunque vada, quando viene da noi deve pensare che ha fatto una cosa meravigliosa ed è stato bravissimo! Dobbiamo renderci interessanti, fonti di cose belle (giochi, coccole, feste, premi in cibo), per competere con il mondo che, soprattutto a quell’età, risulta così interessante! Portiamo con noi quindi qualcosa che piaccia al nostro cane da offrirgli quando arriva da noi, ma attenzione: quella cosa deve comparire nella nostra mano solo quando il cane è arrivato, non mentre lo chiamiamo; in pratica il cane deve venire da noi perché è felice di stare con noi, non perché abbiamo in mano un biscotto (poi, oltre alle coccole.e le lodi, magari ci sarà anche un biscotto); altrimenti diventa un ricatto e senza biscotto il nostro cane non verrà. E’ normale doversi armare di pazienza con un cane giovane soprattutto, ma diamogli fiducia, mettiamoci in gioco, esercitiamoci, perché per un cane vivere sempre al guinzaglio (anche se poi si ha il giardino) è un sacrificio enorme!

Anna Randazzese *

* Laureata in psicologia e Istruttrice Cinofila, lavora sul territorio di Monza e Brianza con attività individuali e collettive, proponendo percorsi di educazione e riabilitazione comportamentale a tutti i tipi di cani, dai cuccioli appena arrivati a casa a cani adulti con problematiche comportamentali anche complesse. Potete visitare il sito web o visitare la pagina Facebook Aseizampe.