I cani da pastore: caratteristiche e differenze

Scegliere un cane da pastore e come gestirlo. Risponde la dottoressa Anna Randazzese, Istruttrice Cinofila.
Cane rubrica Sei zampe border collie - foto wirestock/it.freepik.com
Cane rubrica Sei zampe border collie – foto wirestock/it.freepik.com


Buongiorno, ho un border collie di 16 mesi, è bravissimo a casa, ma fuori vuole rincorrere tutto ciò che si muove, dai ciclisti alle auto, devo tenerlo stretto se no mi finisce in strada. Non capisco, viene da un allevamento e non è mai stato investito, non so perché faccia così. Valentina

Buongiorno, il border collie è una razza di gran moda, che ha delle caratteristiche specifiche date dalla selezione mirata ad un preciso scopo: la conduzione del gregge.

Tra i cani da pastore esistono due macro categorie: i cani da conduzione e quelli da guardia. Questo significa che i primi hanno il compito di condurre le greggi, quindi di spostare il bestiame da un punto all’altro, ma anche radunarlo, evitare che qualche membro si allontani o portarli nei recinti. Per fare questo usano la corsa e la punta, nonché la spinta usando l’avvicinamento all’animale ed eventualmente toccandolo col muso, ma senza mordere. I cani da guardiania invece sono addetti appunto alla guardia del bestiame, quindi restano insieme al gregge e lo difendono da attacchi di animali come lupi, volpi etc. Questi ultimi hanno un’indole molto più flemmatica, non si muovono molto, mentre i cani da conduzione sono molto cinetici, hanno bisogno di muoversi e di fare tanta attività, infatti anche guardandoli si nota che i conduttori sono più piccoli, leggeri e agili, gli altri più massicci.

Sono stati fatti degli studi e si è visto che i border collie che lavorano in Scozia con i pastori macinano decine di km al giorno quando lavorano. Certo, si tratta di cani selezionati e molto allenati, ma appare già chiaro che un border collie è un cane che ha bisogno di muoversi, ma non solo, di avere uno scopo, di collaborare con il suo umano di riferimento; spesso infatti questi cani fissano il padrone nella speranza di ricevere un segnale che gli dia qualcosa da fare: ad esempio portano la pallina, la posano sui piedi della persona e la fissano, in attesa che questo la lanci.

Tutto il lavoro di punta e inseguimento deriva dall’istinto predatorio, nella sequenza del quale è stata tolta, in fase di selezione, l’afferrare, l’uccisione e lo smembramento. Quando ben selezionato infatti, il border collie non dovrebbe arrivare a mordere i garretti delle pecore, ma solo eventualmente toccarli, senza ferirle.

Un cane di questa razza, soprattutto in giovane età, ha bisogno di incanalare le energie in qualcosa di “lecito”; quando non è così, trova da solo qualche attività che appaghi questo suo bisogno, come ad esempio, appunto, inseguire tutto ciò che si muove. È molta la frustrazione di un essere che ha scritto a chiare lettere nel suo sangue di svolgere un compito, che però non gli è permesso mai fare. È necessario trovare qualche modalità per fare sì che il soggetto possa soddisfare questo suo bisogno senza nuocere ad altri e senza mettersi in pericolo (quindi tra le opzioni non ci può essere l’inseguimento delle auto e dei ciclisti).

La scelta di prendere in casa un border collie è spesso data dall’idea comune che sia il cane “più intelligente di tutti”. Innanzitutto non va confusa l’intelligenza con l’obbedienza, che sono due cose molto diverse: il border collie è un cane estremamente collaborativo (quindi obbediente), ma questa sua dote può risultare, al rovescio della medaglia, di difficile gestione quando non si è in grado di farla esercitare; sono cani molto esigenti, non possono accontentarsi di un giretto al guinzaglio intorno all’isolato. Il rischio è che la loro frustrazione sfoci in comportamenti anche patologici come inseguire le ombre, cacciare insetti inesistenti, abbaiare al vuoto, etc. Si tratta di vere e proprie patologie psicologiche che diventa poi difficile curare.

Bisogna però prestare attenzione a non rinforzare questi circuiti neurali che lavorano sull’eccitazione e sul predatorio, perché quando, pensando di fare il loro bene, si allena il cane con i lanci di palline, frisbee, legnetti etc, non si fa altro che sviluppare ulteriormente quella parte del cervello che porta il cane a essere sempre più predisposto verso questo genere di attività. Il risultato è che il cane, che fisicamente è un atleta, sarà sempre più allenato e si stancherà sempre meno.

Al contrario, è necessario lavorare su attività che predispongano alla calma e alla concentrazione, per equilibrare quella parte già molto forte per DNA, opposta. Ad esempio, può essere una buona idea farlo lavorare su attività di ricerca olfattiva, o discriminazione, dove non solo la calma è condizione necessaria per svolgere il lavoro, ma la concentrazione è fondamentale, più dei muscoli, per portare a termine il lavoro.

Questo non significa che le attività che lavorano sulla predazione siano da abolire, ma vanno “incorniciate” cioà devono essere inserite in un setting specifico, fatto di luighi, oggetti, momenti e segnali di inizio/fine che diano la possibilità al cane di sapere che in quel contesto si insegue qualcosa, per il resto, no.

Il border collie è un eccezionale cane da lavoro, e anche molto versatile; chiuderlo in schemi troppo rigidi non lo aiuta perché è già di suo tendente alla fissità congiuntiva 8basta vedere la determinazione di quando punta con lo sguardo fisso e non molla per niente al mondo).

E’ anche importante, quando si sceglie di prendere un border collie, sapere se la linea di sangue scelta dall’allevatore sia “da lavoro” perché questo significa che il suo istinto sarà ancora più forte che in un border collie linea da bellezza o da compagnia, fermo restando che questa razza è e resta un cane da lavoro, per quanto poco “spinta” possa essere stata la selezione di quel soggetto.

Il mio consiglio quindi è di armarsi di tempo, energia e pazienza ed essere consapevoli che quel cane ha bisogno di fare molta attività, facendosi eventualmente aiutare da figure professionali per riequilibrare il tutto, come dog sitter se avete poco tempo da dedicargli ed educatori o istruttori cinofili che vi possano insegnare a svolgere con lui attività appaganti e utili allo scopo.


Anna Randazzese *


*

Laureata in psicologia e Istruttrice Cinofila, lavora sul territorio di Monza e Brianza con attività individuali e collettive, proponendo percorsi di educazione e riabilitazione comportamentale a tutti i tipi di cani, dai cuccioli appena arrivati a casa a cani adulti con problematiche comportamentali anche complesse. Potete visitare il sito web

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