Ho adottato un cane dal sud Italia, ma ha paura di tutto: che fare?

Le adozioni responsabili. Risponde la dottoressa Anna Randazzese, istruttrice cinofila.
Cane paura - foto Foto di Mat Coulton/Pixabay
Cane paura – foto Foto di Mat Coulton/Pixabay

Buonasera, ho adottato un cucciolo di 5 mesi dal sud Italia tramite un’associazione; è arrivato tramite staffetta con un furgone e siamo andati a prenderlo a un “punto di raccolta” in un’area di sosta (noi abitiamo a Milano). Il cane è con noi da 2 settimane ma è terrorizzato da tutto, sta sempre sotto al letto, non esce da lì se non quando a casa non c’è nessuno, non mangia né sporca se siamo in casa, impossibile farlo uscire per portarlo fuori, che fare? Abbiamo provato in tutti i modi, ma non ne vuole sapere. Marika

Buongiorno, non avendo visto il cane mi è un po’ difficile dare indicazioni precise, ma penso sia probabilmente un cucciolo semifeudale che è stato accalappiato al sud dove viveva, probabilmente nel suo branco. Molte persone, armate di buona vlontà e tutto l’amore del mondo, pensano che tutti i cani siano fatti per stare in famiglia, ma non è così. Nel mondo, il 75% circa dei cani vive libero, in branchi che sono veri gruppi famigliari, con una struttura specifica che permette loro di vivere autonomamente, senza bisogno del supporto umano. Questi cani sono geneticamente diversi dai nostri “pet”, sono per natura diffidenti verso l’umano, un po’ appunto per genetica un po’ perché nel branco viene da subito insegnato ai cuccioli di stare lontano dalle persone, che vengono percepite come un pericolo. Quando questi cani vengono accalappiati e spediti verso contesti altamente urbanizzati, con spazi chiusi e davvero limitati, i cani diventano “fobici”, quindi si mostrano incredibilmente impauriti e non sempre si riesce a “recuperarli” per permettere loro di fare una normale vita da cane di città. Vi consiglio pertanto di contattare un istruttore cinofilo o un veterinario comportamentalista per valutare bene la situazione prima di fare scelte che possono anche peggiorare la situazione.

In generale bisogna fare moltissima attenzione quando si adotta un cane a chi ci si affida. Le volontarie sono sicuramente mosse da buoni propositi, ma come si dice l’amore non è sufficiente per fare la cosa giusta, ci vogliono molte competenze per lavorare in questo ambito (anche come volontari) altrimenti si rischia appunto di creare situazioni che rendono davvero difficile la vita sia del cane che della famiglia che lo adotta.

Io consiglio sempre, quando si decide di adottare un cane (cucciolo o adulto che sia) di affidarsi a strutture della zona (in tutta Italia ci sono canili stracolmi di cani in attesa di trovare casa) che abbiano al loro interno dei professionisti che possano anche aiutarvi indirizzandovi al cane giusto per voi, secondo il vostro contesto, famiglia, esigenze. Non tutti i cani vanno bene per tutti e non tutte le persone sono adatte a ogni cane. Chi lavora con professionalità non permette di scegliere un cane in base a una foto e qualche video facendovi semplicemente compilare un questionario, ma fa almeno qualche incontro in cui vi permette di conoscere il cane e appurare che ci sia lo spazio per una crescita positiva nella vostra relazione, in primis assicurandosi che il cane, quando verrà a casa con voi, abbia già stabilito un rapporto minimo di fiducia, così che si abbia un buon punto di partenza.

Anna Randazzese *

* Laureata in psicologia e Istruttrice Cinofila, lavora sul territorio di Monza e Brianza con attività individuali e collettive, proponendo percorsi di educazione e riabilitazione comportamentale a tutti i tipi di cani, dai cuccioli appena arrivati a casa a cani adulti con problematiche comportamentali anche complesse. Potete vsisitare il suo sito web www.aseizampe.com o visitare la pagina Facebook Aseizampe.