Villasanta: scontro legale totale sulla Lombarda Petroli

È scontro sulla Lombarda Petroli. Il privato Immobiliare Villasanta trascina in tribunale Comune, ministero, Regione e Provincia «per l’annullamento previa sospensione o idonea misura cautelare» della richiesta di fondi provenienti dal Pnrr per la bonifica dell’ex area industriale.
VILLASANTA pianta dell'area Lombarda Petroli
VILLASANTA pianta dell’area Lombarda Petroli

Continua lo scontro a distanza tra l’amministrazione comunale di Villasanta e lo studio legale che sta curando la procedura di fallimento della Lombarda Petroli. È di questi giorni la notizia del ricorso al Tar avanzato dallo studio dell’avvocato Umberto Grella per conto di Immobiliare Villasanta srl (in liquidazione in concordato preventivo) contro non solo il Comune di Villasanta ma anche il Ministero della transizione ecologica, Regione Lombardia e la Provincia di Monza e Brianza, «per l’annullamento previa sospensione o idonea misura cautelare» della richiesta di fondi provenienti dal Pnrr per la bonifica dell’ex area industriale.

Il fallimento Lombarda Petroli spa è proprietario di un vasto compendio immobiliare di circa 156.000 metri quadrati in passato occupato da una raffineria e ora classificato, in base al nuovo Pgt comunale del 2019, come area produttiva perimetrata all’interno di un ambito di trasformazione, con una previsione di edificabilità di 68.000 metri quadrati e una previsione di oltre 93.000 metri quadrati di aree starndars. Proprio in seguito all’approvazione del nuovo Pgt è sorto il contenzioso con il Comune di Villasanta dal momento che «i nuovi parametri urbanistici rendono insostenibile l’intervento, poiché sono stati cancellati ben 30.000 metri quadrati di residenziale previsti invece dal precedente Pgt».

Modifiche che – secondo i curatori fallimentari – «aggravano insostenibilmente gli oneri di bonifica necessari per il comparto. Si tratta di norme tecniche ideologiche, massimaliste e superficiali, scritte molto in fretta e senza la necessaria accurata stima di tutti i parametri che concorrono a trovare il giusto equilibrio tra sostenibilità economica e sostenibilità ambientale dell’intervento».

Lo studio Grella solleva dubbi anche in merito alla realizzazione di un corridoio verde all’interno dell’area. «Un’idea peregrina quella di creare un parco pubblico in mezzo a capannoni rumorosi e inquinanti».

Dunque un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo regionale, per chiedere «il ridimensionamento degli standards come era previsto nei piani particolareggiati del 2004 e 2009. In questo modo la procedura fallimentare potrebbe velocemente bandire la relativa asta e gli imprenditori acquirenti sarebbero in grado di sopportare le bonifiche necessarie rispetto al nuovo assetto urbanistico delineato dal Pgt del 2019, rendendo fattibile e non penalizzante l’acquisto del comparto e la realizzazione dell’intervento di rigenerazione urbana».

Un ricorso al Tar per chiedere che vengano dirottati altrove – come ha ribadito lo stesso avvocato Grella – i fondi del Pnrr. «Sarebbe un osceno sperpero di denaro pubblico e basterebbe correggere i grossolani errori del Pgt per permettere ai privati di procedere alla bonifica, a costo zero per la collettività».
Nessun commento in merito da parte del sindaco, Luca Ornago.