Vinitaly, è il debuttoTra Brianza e barolo

Vinitaly, è il debuttoTra Brianza e barolo

Un segno in agenda: anno 2008, nebbiolo e la grande famiglia di chi sa di viola e liquirizia. Perché per barolo, barbaresco, magari anche Sfursat e superpiemontesi, potrebbe essere un anno da tre bicchieri.

Poco meno di un anno fa una primavera di pioggia e temporali, troppo umido per baciare gli acini di tutti. E allora tanti sono crollati sulle insidie della peronospera. Chi si è curato e l’ha lasciata alle spalle s’è preso tutto il sole dell’estate e poi quel tardo settembre, che di notte ha dato già il gelo sui tralci e di giorno ancora sole, fino all’inizio di ottobre. Quello sì che ha dato zuccheri, antociani, gradi alcolici. Chissà: c’è da scommetterci, sul 2008. Proprio mentre il mercato ritira le braccia per rimetterle in tasca ad aspettare che la crisi – la crisi nel mondo, la crisi nel vino – la crisi passi.

«C’è da scommetterci, sì» dice Silvano Casiraghi, villasantese di Langa, che a Bussia Soprana – cru di barolo, se cru ci fossero – fa vino da quasi vent’anni. Da giovedì a lunedì sarà a Verona anche lui, perché mezzo modo dal palato allenato al vino andrà in Veneto a guardare cos’hanno da dire le cantine italiane: Vinitaly, dal 2 al 6 aprile, tra pregi e difetti il tempio e il più grande palco dell’enologia nazionale. Stand della camera di commercio di Cuneo, il 43 del padiglione 9, spalla a spalla con chi, come Casiraghi, è nome nel mondo per l’Italia: terre di barolo, dove si fanno anche barbera, barbaresco, Langhe.

«Non importa la mia etichetta o quella di altri» fa lui due giorni prima della partenza per le terre scaligere, «quello che importa è che le uve che hanno passato la primavera sono eccezionali. E daranno grandi bottiglie. Io non credo di avere mai visto una vendemmia così dal 1992, quando ho iniziato. Lo dico per gli amanti del vino: devono comprare barolo 2008, faranno un affare».

Gli affari contano di farli tutti i produttori che come Casiraghi aspettano Vinitaly per annusare l’aria che tira. I primi tre mesi sono stati difficili. E’ precipitato il mercato statunitense, a pezzi quello giapponese, tutti a fare i conti con la recessione che sta investendo capitali e portafogli privati. «Lo vedremo solo lì cosa succede» dice il produttore di Villasanta e intanto pensa: vada come vada, passerà anche questa, la crisi di liquidità che ti fa fare a braccio di ferro con i pagamenti, che ti limita negli investimenti. Passerà e il barolo 2008 sarà ancora lì ad aspettare di farsi bere. «Cos’ho bevuto di straordinario io quest’anno? Champagne: champagne Salon, i bicchieri migliori del 2008». Un brindisi alle bollicine. Alla faccia della crisi.
Massimiliano Rossin