Lupi e orsi tornano nelle Orobie

Lupi e orsi tornano nelle Orobie

Chi crede che i lupi e gli orsi vivano relegati in Nord America e nell’Europa dell’Est si sbaglia di grosso. Da alcuni anni a questa parte questi i grandi predatori sono tornati ad abitare le nostre montagna e secondo il Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Pavia sono attualmente ospiti delle Orobie. A spiegare l’andamento di questa ricolonizzazione è stato Alberto Meriggi, ricercatore dell’ateneo lombardo, durante le serate dedicate alla flora e alla fauna orobiche svoltesi a Piazza Brembana e a Rovetta.

Si tratta dei primi appuntamenti del fitto calendario di eventi in programma per la terza edizione di Parco Vivo 2010, promossa anche quest’anno dal Parco delle Orobie Bergamasche per la gioia di tutti gli appassionati della natura e della montagna. Secondo la ricostruzione storica fornita dal dottor Meriggi in apertura dell’incontro, la presenza del lupo nelle Alpi Lombarde è stata continua fino alla seconda metà dell’ 800, quando sono stati avvistati e uccisi gli ultimi esemplari. La ricomparsa del lupo in Lombardia è databile al 1986, anno in cui alcuni esemplari in dispersione lungo la catena appenninica si sono stabiliti, riproducendosi, nella zona di confine tra Lombardia, Piemonte e Liguria.

Nella zona alpina, invece, la presenza del lupo è stata segnalata solo di recente. «La prima valle ad essere interessata dalla ricolonizzazione è stata la Valle Seriana, dove già nel 2000 sono stati ritrovati segni di presenza certi di 2-3 esemplari – ha spiegato Alberto Meriggi -. Nel 2001 è stata segnalata la presenza della specie in Valchiavenna e nel 2003 è stata accertata la presenza di due lupi in Valcamonica. Attualmente la presenza del lupo è incentrata nella parte centro-orientale Parco delle Orobie». La presenza dell’orso, originariamente diffuso in tutta Europa fino agli inizi del XIX secolo, si è drasticamente ridotta a causa della distruzione del suo habitat per effetto della deforestazione e della persecuzione diretta da parte dell’uomo, riuscendo a sopravvivere in piccoli nuclei solo nell’Europa settentrionale e in Russia.

Attualmente il numero complessivo di orsi in Europa è di circa 50 mila individui, concentrati soprattutto nella zona compresa tra gli Urali e le coste occidentali della Finlandia. «Attualmente in Italia l’orso è presente con tre differenti popolazioni distribuite sull’Appennino centrale, nelle Alpi orientali e in Trentino – ha proseguito Meriggi -. È da qui che nel 2007 almeno sei giovani animali di 2 o 3 anni si sono dispersi in direzione nord, ovest e sud. Due sono stati individuati in Svizzera, due in Val d’Ultimo, uno sul monte Baldo e uno, l’ormai famoso JJ5, in Val Camonica e poi nel Parco Regionale delle Orobie Bergamasche. Oggi sappiamo che JJ5 è tornata a casa in Trentino, ma la presenza di un altro esemplare è stata accertata a nord delle Orobie, quasi certamente proveniente dalle Alpi». Il territorio delle Orobie Bergamasche sembra quindi possedere caratteristiche ambientali idonee per la stabilizzazione e la colonizzazione futura da parte di altri lupi e orsi, con grandi vantaggi per la conservazione della biodiversità nelle nostre montagne ma anche qualche timore.

«La ricolonizzazione naturale dei grandi carnivori è avvenuta proprio in quelle aree dove è testimoniata la presenza storica delle due specie, in particolare dell’orso – ha commentato il presidente del Parco delle Orobie Bergamasche Franco Grassi – avere timore di questi predatori è comprensibile, specialmente all’interno di un contesto culturale come il nostro dove hanno sempre giocato il ruolo dei cattivi. In realtà difficilmente si avvicinano all’uomo, tanto da prediligere zone molto tranquille, lontane dai circuiti turistici e dai percorsi escursionistici. Preoccupazioni più fondate sono quelle dei cacciatori e degli allevatori, ma l’elevata produttività dell’ecosistema offre la possibilità concreta di una convivenza pacifica tra zootecnia, attività venatoria e predatori. È indubbio inoltre che l’orso e il lupo abbiano una funzione chiave nella regolazione della fauna locale. Prediligono infatti animali giovani e inesperti o vecchi e malati, contribuendo così a tenere sotto controllo i tassi di crescita di molte specie. L’orso inoltre si nutre di carogne, svolgendo un ruolo di polizia sanitaria, utile a impedire l’insorgere di malattie e migliorando le condizioni di salute degli animali». Tutte le iniziative di Parco Vivo 2010 sono a ingresso libero e gratuito. Il programma completo degli eventi è consultabile sul sito www.parcorobie.it. Per informazioni: telefono 035 224249.