Il pagellone di fine anno del Monza, che ha vinto i playoff di Serie B conquistando la prima storica promozione in Serie A. Reparto per reparto, l’analisi della squadra che ha avverato i sogni di una tifoseria in attesa di esplodere da cento e dieci anni. Con un occhio al mercato, perché la rosa è numerosissima e molti lasceranno la truppa prima della chiusura delle trattative.
Il pagellone del Monza: attacco e allenatore
Dany Mota Carvalho 9 È quello che strappa, è quello che segna, è sempre sulla copertina, anche quando la Lazio a gennaio cerca il ricambio per il tridente e Lotito chiama direttamente Galliani per presentare un’offerta (cordialmente respinta). Chiude la stagione con 12 reti, che sono un buon bottino, la prima volta in doppia cifra in carriera. Ora è chiamato al salto di qualità: le potenzialità ci sono tutte, deve trovare quel pizzico di costanza in più e sicuramente andrà ad incidere anche in Serie A con la maglia del Monza. Anche perché ha altri due anni di contratto e ha già detto di voler vestire biancorosso anche al piano di sopra.
Christian Gytkjaer 9 Parte portandosi dietro i dubbi della stagione precedente quando era arrivato al Monza con le stimmate del capocannoniere del campionato polacco e non era riuscito ad incidere come la sfarzosa presentazione (con tanto di pullman in sfilata all’autodromo) aveva lasciato intendere. Piano piano si prende un ruolo da protagonista, non necessariamente da titolare, ma sempre con grande utilità, fino ad esplodere durante gli spareggi. Segna in tutto 14 reti, 5 delle quali ai playoff ed è il miglior marcatore della stagione.
Leonardo Mancuso 5,5 Segna due reti, una ininfluente, una decisiva, ma non esplode mai veramente, chiuso forse dall’impatto del compagno danese che si prende il proscenio e da altri giocatori più in palla. Le doti fisiche e atletiche importanti sono tutte da vedere, anche quelle tecniche, gli è mancata un pizzico di personalità, non sempre facile da tirare fuori nel calcio d’alto livello in una società di altissimo livello.
Andrea Favilli 5 Scende dal letto e si infortuna, perdonateci la battuta, ma a tratti la sua stagione è stata tragicomica, anche se non c’è nulla da scherzare su così tanta sfortuna. Fisico da corazziere, utile per andare in battaglia, ma il calcio di Stroppa è un’altra cosa. Zero gol. Tornerà al Genoa e poi, chissà, magari un nuovo tentativo di lancio in orbita.
Samuele Vignato 6,5 Talento più fulgido in assoluto della squadra. Fisicamente è piccolo, ma nell’uno contro uno non si nota affatto. Gioca con la spavalderia della giovane età e la consapevolezza di un predestinato e si toglie anche la soddisfazione di bagnare le 13 presenze con una rete. Classe 2004, il futuro è suo. E il contratto lungo lo aiuterà ad esplodere.
Stroppa 9 Il primo a crederci, forse l’unico a crederci sempre, in ogni minuto di una stagione lunga e anche parecchio intensa con un campionato deciso all’ultimo respiro come non si vedeva da tempo. Si carica lo spogliatoio sulle spalle, perché nel gruppo manca un vero e proprio leader carismatico, protegge la squadra quando non gira, trova un modo per fare tanti gol e inventa parecchie soluzioni molte delle quali particolarmente fortunate come Carlos terzo di difesa, Ciurria mezzala, D’Alessandro a tutta fascia o Valoti falso nueve. Per un paio di minuti accusa il colpo di Perugia, ma raddrizza subito le vele e prende il vento fino alla corsa perdifiato sotto la curva all’Arena Garibaldi. La promozione è sua, giusto che se la goda, giusto che si giochi una Serie A da protagonisti.