Vimercate e la crisi dell’hi-techC’è un compratore per la Sem

Una società di recentissima nascita e della zona potrebbe rilevare a breve Sem, costola tecnologica dell'ex Celestica di Vimercate, nella cosiddetta Silicon valley e anch'essa ormai in chiaro affanno con la gran parte della manodopera in cassa integrazione straordinaria.Tutto fermo per Alcatel Lucent.
Vimercate e la crisi dell’hi-techC’è un compratore per la Sem

Vimercate – Mentre in Alcatel Lucent tutto è come sospeso, in stand by, in attesa della prossima convocazione presso il Ministero dello Sviluppo economico, qualche movimento si registra all’ex Celestica. Una società di recentissima nascita e della zona potrebbe rilevare a breve Sem, costola tecnologica dell’ex Celestica e anch’essa ormai in chiaro affanno con la gran parte della manodopera in cassa integrazione straordinaria.
È una novità emersa nell’incontro di mercoledì del tavolo provinciale permanente di reindustrializzazione dell’area, e proprio l’ingresso di questa newco della manifattura elettronica potrebbe segnare il primo sblocco di un processo di rilancio industriale e tecnologico che da sei anni è fermo alle mere dichiarazioni di intenti. Sono due gli incontri già svolti tra sindacati e rsu di Sem con questa società.
“Ci è stato illustrato il piano industriale di massima e la loro disponibilità a recuperare una parte del personale di Sem che ha cessato parzialmente l’attività e si trova oggi in cassa. Vi sono comunque ancora aspetti che devono essere chiariti sia nel rapporto tra questa azienda e Sem sia per le condizioni di eventuale passaggio degli attuali dipendenti di Sem all’interno della newco”, ha detto Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl Brianza. L’operazione è ancora in mare aperto, ma potrebbe rapidamente andare in porto.
Con l’assorbimento iniziale di una quarantina di persone, e una prospettiva di occupazione a crescere nell’arco di qualche anno. Qualche novità, seppure velata, pare muoversi anche sul fronte di Bames. Due le questioni in campo. Innanzitutto la radicale problematica di riconversione delle strutture e di possibili ampliamenti necessari per ospitare i nuovi soggetti imprenditoriali che, a detta della proprietà Bartolini, hanno dichiarato interesse a insediarsi nel comparto.
“La proprietà ci ha comunicato di aver sottoposto a Unicredit (proprietaria degli immobili, ndr) un progetto per intervenire con la ristrutturazione del sito -ha proseguito Redaelli- La risposta di Unicredit potrebbe arrivare non prima di due o tre settimane”. Tempo prezioso, soprattutto quando ogni orizzonte temporale spostato più in là nel calendario rischia di trasformarsi in un tramonto per la residua attività industriale rimasta nell’area. Pressing che i sindacati hanno rinnovato ancora mercoledì. Infine, alla richiesta di poter avere finalmente informazioni dirette e certe relativamente a queste imprese che intendono mettere base in via Kennedy, Bartolini ha replicato con l’impegno a favorire al più presto il contatto diretto di rsu e sindacati con questi imprenditori.
Anna Prada