Villasanta, nuovi tagli alla CarrierLa paura ora viene dalla Francia

Villasanta – Il “machete” tornerà ad abbattersi sull’organico Carrier, già interessato da una mobilità che entro marzo spazzerà via 97 persone. L’annuncio è stato pronunciato nel contesto di un ordinario incontro di verifica con i sindacati e, sebbene l’azienda non abbia parlato di cifre, sembra che l’ennesimo ridimensionamento possa essere robusto quasi come quello attualmente in corso.

«Carrier – ha spiegato Vittorio Ferri, Cgil Fiom – ha dichiarato che rispetto alla richiesta di mobilità dei mesi scorsi, la situazione è peggiorata e che si presenterà la necessità di una ulteriore riduzione dell’organico, questa volta prevalentemente nel settore impiegatizio».

Il mercato è in calo, i volumi produttivi anche e quelle nuove linee di prodotti presentate in pompa magna poco tempo fa non avrebbero sfondato come invece si sperava. Altro elemento preoccupante è la recente nomina di un nuovo amministratore delegato francese, intervenuto, dice l’azienda, per una verifica sulle condizioni per il mantenimento del sito produttivo villasantese del colosso americano dei condizionatori. Il sospetto è che si tratti piuttosto del tagliatore di teste di turno e che le prospettive di sussistenza dello stabilimento di Villasanta siano sempre più fosche. La ristrutturazione partita con l’accordo sindacale del maggio scorso, insomma, pare non sia conclusa e, considerata la rapidità con cui le due procedure di mobilità potrebbero avvicendarsi, c’è da temere il peggio. Le assemblee dei lavoratori, ha raccontato Ferri, sono state caratterizzate da una fitta partecipazione, da una diffusa ansia, ma anche da lunghi silenzi che il sindacato sta cercando faticosamente di riempire con soluzioni meno traumatiche possibili.

«Alla Carrier – ha detto Ferri – abbiamo chiesto di ribaltare le prospettive e di provare a dirci quali strategie si possano mettere in atto, partendo dall’obiettivo di salvare i posti di lavoro. Peraltro prima dei licenziamenti ci sono ancora ammortizzatori sociali e vie alternative. La risposta non è stata consolante: la direzione villasantese si è detta spinta dalla necessità di rispondere alle pressioni della multinazionale. Perdere un simile patrimonio di imprenditorialità, oltre che tutti questi posti di lavoro, sarebbe davvero un grosso danno».

Nei prossimi giorni, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, i sindacati si son detti decisi a organizzare presidi, disporre striscioni e prendere altri provvedimenti.
Valeria Pinoia