Monza – La Lega Nord rilancia: dopo i ministeri la Villa Reale potrebbe ospitare il Senato federale. La proposta arriva dal consigliere provinciale Diego Terruzzi secondo cui l’organismo caro ai padani, peraltro tutto da inventare, potrebbe diventare la chiave di volta per salvare dal degrado una parte del complesso piermariniano. Giovedì scorso l’esponente del Carroccio ha invitato l’assessore al Patrimonio di via Grossi Fabio Meroni a verificare se l’ipotesi di collocare l’istituzione nell’ala centrale del palazzo o in quella un tempo destinata alla scuola civica Paolo Borsa è percorribile.
La progettazione degli spazi e la ristrutturazione dell’edificio recentemente dichiarato inagibile dal comune di Monza, ha ipotizzato, potrebbero essere affidate a Benedetta Tagliabue, architetto brianzolo di fama europea. La professionista, che opera a Barcellona da oltre vent’anni, si è aggiudicata parecchi riconoscimenti internazionali ed ha ideato la nuova sede del Parlamento scozzese a Edimburgo. «La mia è una provocazione – chiarisce Terruzzi – che parte dalla constatazione della fatiscenza della Villa Reale. L’arrivo degli uffici ministeriali va colto come un’opportunità: sono convinto che il senato federale, se la legge Calderoli subirà un’accelerazione, possa rappresentare un’altra occasione per riqualificare il complesso monzese. D’altra parte, l’edificio del Piermarini, potrebbe essere una location adeguata alla futura istituzione».
La sistemazione degli spazi, aggiunge il consigliere provinciale, dovrebbe essere finanziata dallo Stato. I costi, è presumibile pensare, non sarebbero indifferenti dato che l’organismo federale avrebbe bisogno non solo della sala per i dibattiti, ma anche di uffici per i 250 senatori, per i loro collaboratori e per i dipendenti. I componenti dell’assemblea, secondo quanto prevede il testo Calderoli, verranno eletti a suffragio universale su base regionale. Se il documento non sarà modificato ai lavori dell’aula potranno partecipare senza diritto di voto anche i delegati delle regioni e delle autonomie locali. Un’altra novità, oltre alla riduzione dei parlamentari, sarà l’abbassamento a 21 anni dell’età per poter essere eletti.
M.B.