«Un insieme di eventi che animano l’intera città di Milano. Non una fiera, ma un evento spontaneo, dove le aziende decidono spontaneamente e liberamente di partecipare realizzare un evento in una location in città». A meno che “città”, “evento” e “spontaneo” siano stati cancellati dal dizionario dei Sinonimi e contrari, lo staff del Fuorisalone non si può dire chesappia far andare la penna.
Ma le mani di sicuro sì, perché durante la settimana del Salone del Mobile a Milano se ne vedono sempre delle belle. Il 2012 vede, di nuovo, la partecipazione di Patrizia Pepe. Non proprio di Patrizia (anche perché nemmeno siamo sicuri che sia mai stata trovata), ma ci siamo capiti. In occasione della sette giorni più design della primavera (dal 17 al 22 aprile) il marchio italiano presenta il progetto “Nature goes tech”, in collaborazione con A4A Design. La suddetta azienda è leader nel settore dell’ecodesign e con l’ecologia di questi tempi si fa centro in fretta. Moda più design più eco-sostenibilità: successo garantito.
Così nasce la nuova immagine degli interni e delle vetrine delle boutique milanesi di Patrizia Pepe: allestimento ad alto impatto visivo che stupisca ed incolli lo sguardo. «La reinterpretazione di alcuni oggetti cult dell’arredo contemporaneo. Lo spirito natural high-tech dell’evening wear Patrizia Pepe per la P/E 2012 vestirà interamente mobili e complementi secondo un codice creativo modernamente ludico: l’ispirazione grafica e geometrica dei tessuti sarà, infatti, tradotta in un accostamento eco-sensibile e iper-glamorous tra le silhouette della collezione e le linee delle icone selezionate».
Tralasciando parole composte i cui trait d’union non fanno che confondere, mettendo da parte parole straniere ormai intraducibili e lasciando indietro perifrasi al limite del non-sense, si potrebbe dire che nei nuovi allestimenti targati Patrizia Pepe verranno usate trame geometriche (non per forza inguardabili), realizzate su tessuti naturali e con colori che non per forza provochino reazioni epilettiche? Sì, si potrebbe dire. Vengono applicati agli arredi colori e motivi già applicati sui capi della collezione, con l’intento di uniformare le due linee per dare movimento e ritmo agli spazi. È solo una teoria.
«L’equilibrio tra natura e tecnologia riflesso nelle tonalità, nelle astrazioni e nelle geometri dei capi, modellerà anche le sagome e le forme degli arredi ricreati in cartone alveolare, suggerendo insoliti effetti bidimensionali e contrasti di scale, in un ritmo cromatico multicolor che oscilla dalle nuace leggere a flash elettrici e neon improvvisi». Insomma, quello che abbiamo già detto. Forse non è davvero un requisito fondamentale la capacità di scrivere per lavorare al Fuorisalone. In nessuno staff.
Francesca Lanzani