Studenti di Monza e Brianza, l’indagine su se stessi: “Ansia e paura di essere giudicati”

Sono pronti i risultati dell'indagine tra i ragazzi delle superiori della provincia: ansia e timore del voto vincono sulla serenità scolastica.
MONZA esame maturità 2022
MONZA esame maturità 2022 Fabrizio Radaelli

Un’indagine che è una foto della realtà della comunità scolastica di Monza e Brianza. Dall’aumento del tasso di abbandono scolastico, a come sono cambiate le relazioni tra pari, con la famiglia e soprattutto con i docenti.

I ragazzi della consulta degli studenti hanno pensato, somministrato, analizzato un questionario a circa 5mila coetanei, circa 300 classi di 20 istituti della Brianza sul “Benessere psicosociale a scuola” per poi lanciare dei suggerimenti perché le criticità emerse fossero il punto di partenza per migliorare. Un lavoro che li ha visti impegnati a interrogarsi sul tema della salute mentale degli studenti nel post pandemia da Covid 19. La consapevolezza del disagio psicologico ed emotivo, trova un’ulteriore riprova nella quotidianità scolastica: l’alto carico di lavoro, lo stress, l’ansia da prestazione, il contrasto con i docenti, con i coetanei o con i genitori, possono essere una fonte estenuante di disagio.

Studenti di Monza e Brianza, l’indagine su se stessi: i dati

Tutto il lavoro è nato in collaborazione con Laura Veraldi, dell’ufficio scolastico territoriale e Silvia Masiero, professionista sociologa e pedagogista che collabora con molte scuole del territorio, responsabile scientifica del progetto. Tra i temi trattati il rapporto con gli insegnanti: il 58% è soddisfatto mentre il 42% no. Percentuale che si ritrova quando si parla di aiuto da parte dei docenti, il 54% qualche volta e ancora il 42% sì, un solo 4% non si sente supportato.

Anche il confronto con i professori è un altro punto che, secondo i ragazzi andrebbe rivisto, il 67% non riesce sempre a esprimere il proprio punto di vista, il 7 mai e il 26% invece non ha problemi a parlare.
Altro capitolo la questione genitori, il timore di aprirsi e sentirsi rimproverato è alto: solo un 37% a volte si confida contro il 21 che non parla e il restante si apre senza difficoltà. Gli effetti della pandemia hanno modificato, nel 52% dei risultati, le relazioni all’interno della scuola per questo chiedono di favorire attività di gruppo anche in momenti extra curriculari.

Studenti di Monza e Brianza, l’indagine su se stessi: la sintesi

La questione votazione evidenzia come la scuola venga vissuta con ansia: l’80% dei ragazzi ritiene che il voto conti molto. Questo li porta a vivere con timore la quotidianità, il 57% è preoccupato del “giorno dopo” per questo i ragazzi propongono di rivedere le modalità di valutazione, incrementando anche le possibilità di recupero in caso di voti negativi suggerendo anche lo studio assistito o peer to peer (cioè lezioni tra i pari, i propri compagni).

«Abbiamo cercato di raccontare le nostre fragilità – spiega Edoardo Napolitano, presidente della consulta – perché volevamo capire quali sono i problemi. Così è nata l’idea di un questionario anonimo. L’ansia da prestazione, il timore di una valutazione negativa, il sentirsi giudicato, non ascoltato sono criticità emerse su cui tutti dobbiamo riflettere». Un dato che può essere letto in senso positivo riguarda la questione bullismo, visto che solo il 31% ha visto fenomeni in questo senso proprio a scuola. Così come il fatto che nel 96% degli istituti ci sia uno sportello di ascolto a cui però pochi si rivolgono, visto che il 77% di chi ha risposto al questionario pensa di non averne bisogno, evidenziando però criticità legate alla privacy. Dati non allarmanti, in generale, che però portano la comunità educante a riflettere.