Seregno – «L’unico commento che posso fare è che mi ritengo vittima delle circostanze. Tuttavia, nessuno si deve sentire autorizzato a mettere in discussione la mia correttezza, la mia onestà e la mia pulizia». Inquadra così il suo stato d’animo attuale Francesco Gioffrè, il consigliere comunale del Popolo della libertà a Seregno finito nell’occhio del ciclone ieri, dopo che un lancio dell’agenzia Ansa ha reso di pubblico dominio il passaggio che lo riguarda dell’ordinanza che ha assicurato alla giustizia trentasette persone considerate esponenti della ‘ndrangheta sul territorio della Lombardia, in particolare della Brianza.
Il Gip Andrea Ghinetti, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, ha infatti tacciato senza mezzi termini Gioffrè di aver mantenuto un atteggiamento «vicino alla connivenza» e di aver tentato di «minimizzare» con la sua testimonianza agli inquirenti le minacce ricevute dal fratello Roberto, bersaglio di estorsione da parte del clan riconducibile alla famiglia Cristello.
«Un discorso a parte -ha scritto Ghinetti- meritano le dichiarazioni di Gioffrè Francesco, opaco fratello della vittima ed unica «voce fuori dal coro», sentito a sit (sommarie informazioni testimoniali) il 26 aprile 2011, che pur ammettendo di conoscere i fratelli Rocco e Francesco Cristello (che sostiene di avere aiutato per una pratica presso il Comune nel quale egli stesso è consigliere comunale), ha tentato di minimizzare la portata dei fatti, giungendo quasi a prendere le difese dei Cristello, sino al punto da dirsi stupito nell’apprendere la notizia del loro arresto del luglio del 2010». Ghinetti ha quindi rincarato la dose: «È di tutta evidenza, alla luce delle risultanze investigative sopra esposte, che le dichiarazioni di Gioffrè Francesco, nella parte in cui contrastano con quelle del fratello Roberto, non possono ritenersi credibili ma debbono al contrario essere inquadrate nel medesimo clima di intimidazione del quale è stato vittima anche Gioffrè Roberto, che ha evidentemente portato i due fratelli a reagire in modo opposto». Ecco perché: «Roberto ha denunciato i fatti con rischio personale, che lo ha portato a temere talmente tanto per sé e per i suoi familiari da decidere di lasciare il Paese per trasferirsi all’estero, il politico locale Francesco ha fatto una scelta diversa, vicina alla connivenza, più in linea con quella già riscontrata in altri casi oggetto della presente misura cautelare».
IL PERSONAGGIO Calabrese di Rosarno, località della Provincia di Reggio Calabria più volte salita suo malgrado alla ribalta delle cronache per episodi legati alla malavita, 66 anni festeggiati lo scorso 8 febbraio, Francesco Gioffrè vive da anni in Brianza. Ferroviere in pensione, siede ininterrottamente nel parlamentino seregnese dal 2005. Eletto una prima volta nelle fila di Alleanza nazionale, è poi stato protagonista di una breve esperienza con La Destra di Francesco Storace, prima di iscriversi al Popolo della libertà, con cui si è guadagnato la riconferma tra i banchi in occasione delle amministrative di due anni e mezzo fa.
P. Col.
Seregno: inchiesta ‘ndranghetaGioffrè (Pdl): “Non c’entro”
«Mi ritengo vittima delle circostanze. Tuttavia, nessuno si deve sentire autorizzato a mettere in discussione la mia onestà». Così Francesco Gioffrè, il consigliere comunale del Pdl a Seregno finito nell'ordinanza contro la 'ndrangheta in Brianza.