Rapine, traffico di droga e armiPadre e figlio arrestati a Brugherio

Padre e figlio in manette grazie a un'indagine dei carabinieri di via Dante a Brugherio. Le due generazioni hanno collezionato una lunga lista di reati, dalla rapina a mano armata al possesso di stupefacenti ai fini di spaccio, fino alla detenzione illegale di armi.
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Brugherio – Padre e figlio in manette grazie a un’indagine dei carabinieri di via Dante. Le due generazioni hanno collezionato una lunga lista di reati, dalla rapina a mano armata al possesso di stupefacenti ai fini di spaccio, fino alla detenzione illegale di armi.

I due arrestati hanno 30 e 59 anni, il padre, D.B., è residente a Brugherio, in via Galvani dove vive anche il figlio A.B. la cui residenza formale però è a Pessano con Bornago. Le manette sono scattate nei giorni scorsi, un mese e mezzo dopo la rapina consumata la sera dell’Epifania ai danni di un ristorante cittadino. Erano le 22 circa quando due banditi parzialmente travisati, pistole in pugno, entravano al ”Fuori di pizza” di via Teruzzi e si facevano consegnare l’incasso di 600 euro. Da qui sono partite le indagini dei carabinieri locali che hanno compiuto un sopralluogo e ascoltato i testimoni.

La descrizione fornita ha messo i militari sulla pista giusta e gli accertamenti delle settimane successive hanno stretto il cerchio intorno al 30enne. La foto mostrata alle vittime della rapina ha confermato i sospetti e qualche giorno fa i carabinieri di via Dante, capitanati dal maresciallo capo Paolo Simula, hanno notificato ad A.B. l’ordine di custodia cautelare in carcere del tribunale. Ancora a piede libero invece il complkice nella rapina.

Le manette però sono scattate anche ai polsi del padre del trentenne per via di quanto emerso nell’abitazione di via Galvani al momento dell’arresto. I carabinieri hanno trovato in bella vista 50 grammi di cocaina e un bilancino di precisione di quelli usati per confezionare le singole dosi di stupefacente da vendere. Oltre alla droga anche 230 munizioni e due pistole, una delle quali probabilmente è stata usata proprio per la rapina del giorno della Befana. Una delle due armi ha la matricola abrasa ed è munita di silenziatore, un’arma da professionista insomma. L’altra è una scacciacani modificata, presumibilmente perché sia in grado di sparare come una regolare arma da fuoco.

Gli accertamenti balistici sono in corso presso i laboratori dei Ris di Parma. Padre e figlio si trovano ora in carcere a Monza, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il 30enne risulta nullafacente, ancora incensurato ma già colpito da diverse denunce per furto. Il padre è una guardia giurata.
Valeria Pinoia