Lissone-Seregno – Sono arrivati in Brianza i primi profughi dalla Libia. Si tratta di venti uomini, centrafricani, ospitati a Lissone (pensionato Botticelli) e a Seregno (istituto Pozzi). Ospitalità provvisoria ma che, secondo le prime indicazioni, potrebbe anche durare mesi.
Martedì, da Bari, a Milano sono arrivati trecento profughi destinati alla Lombardia, smistati in un primo momento al Parco Nord, a Bresso. Subito la prefettura ha iniziato la ricerca di strutture per l’accoglienza: «Ieri (martedì, ndr) abbiamo ricevuto richieste da prefettura, Caritas Ambrosiana e Fondazione Vincenziana -dice Ernesto Colombo, direttore del pensionato Botticelli, che fa capo appunto alla Fondazione Vincenziana- e ci siamo resi disponibili, avendo posti liberi». Il pensionato lissonese ospita solitamente studenti e lavoratori.
Un gruppo di profughi africani è ospite da martedì anche all’istituto Pozzi di via Alfieri a Seregno. La struttura gestita dalle suore di San Vincenzo De Paoli, pur avendo da sempre un’utenza solo femminile, ha accolto dieci uomini, di età compresa tra i venti ed i quarantuno anni, provenienti da Mali, Costa d’Avorio e Nigeria. La novità è maturata grazie ad un accordo diretto tra l’ente religioso e la prefettura di Milano ed ha probabilmente colto di sorpresa gli ambienti della politica locale, prova ne sia che nelle scorse settimane il gruppo della Lega Nord aveva chiesto in Consiglio comunale che non vi fosse spazio sul territorio per i rifugiati, registrando la condivisione del sindaco Giacinto Mariani, lui pure esponente del Carroccio.
«Abbiamo avuto notizia dell’arrivo dei profughi dalla Libia quasi all’improvviso -dice il prefetto di Monza e Brianza, Renato Saccone-: per ora in Brianza non sono previsti altri arrivi. Sono tutte persone centrafricane, non libici, che in Libia avevano lavoro e casa e hanno perso tutto. Nei prossimi giorni verificheremo se le sistemazioni sono adeguate e se sarà il caso di fare spostamenti». «Tutti i profughi -prosegue Saccone- hanno chiesto asilo politico, e su questo aspetto inizierà a lavorare l’apposita commissione in prefettura a Milano. I tempi non saranno lunghissimi, non dovendo le pratiche andare a Roma, ma comunque sarà questione di mesi prima di accordare o no l’asilo politico».
Paolo Cova
Paolo Colzani
Ha collaborato Monica Bonalumi