Pendolari Trenord, niente accordo«Non appoggiamo lotta dell’Orsa»

Un patto rispedito al mittente. I comitati dei pendolari lombardfi hanno rifiutato la proposta avanzata dal sindacato dei ferrovieri Orsa: rinunciare allo sciopero in cambio del loro appoggio nella battaglia per il nuovo contratto con Trenord.
Pendolari Trenord, niente accordo«Non appoggiamo lotta dell’Orsa»

Monza – Un patto rispedito al mittente. I comitati dei pendolari lombardfi hanno rifiutato la proposta avanzata dal sindacato dei ferrovieri Orsa: rinunciare allo sciopero in cambio del loro appoggio nella battaglia per il nuovo contratto con Trenord. «Noi smettiamo di scioperare e di causarvi disagi e voi firmate una petizione per chiedere a Trenord un referendum sulle modifiche al contratto»: questa, in estrema sintesi, la richiesta avanzata dai rappresentanti sindacali dei dipendenti Trenord a numerose associazioni di pendolari. Alcuni comitati hanno rifiutato, tra cui il comitato pendolari del Besanino della linea Milano-Lecco via Molteno. Alberto Viganò assieme ad altri colleghi non ha firmato questa richiesta, ha declinato l’invito assieme ad altri rappresentanti: Lucia Ruggiero per i pendolari bergamaschi, Fabio Petrocchi per i pendolari della Milano-Alessandria, Matteo Mambretti per il comitato Milano-Asso e Marco Longoni per Gmmb, i pendolari della provincia di Monza.

Il sindacato Orsa è l’unico a non aver firmato lo scorso dicembre l’accordo con Trenord per il nuovo contratto di lavoro. «La proposta – spiegano i comitati pendolari – è quella di un incontro congiunto durante la quale stringere un accordo di collaborazione reciproco, una sorta di “patto d’acciaio” in cui – a fronte della rinuncia allo sciopero che impatta anche sui pendolari – verrà chiesto ai viaggiatori di sottoscrivere una petizione per ottenere da Trenord un referendum teso ad annullare le modifiche al contratto di lavoro, e riportare le condizioni contrattuali a quelle precedenti i noti disagi dovuti – tra l’altro – a questa modifica nello scorso dicembre».

I cinque comitati hanno declinato pur esprimendo «tutta la loro solidarietà nei confronti dei lavoratori». La decisione è stata «sofferta» ma si basa sui diversi interessi di cui sono portatori: «Rappresentiamo i viaggiatori e non abbiamo titolo per entrare nei dettagli e nelle dinamiche delle contrattazioni tra datore di lavoro e dipendenti». Non è una porta chiusa, anzi, è aperta, sempre che si parli di «miglioramento del servizio e delle condizioni di viaggio». Se invece si entra in temi contrattuali «non riteniamo opportuno interferire con decisioni e equilibri già spesso molto precari»