Paderno, strage dell’Eureco Merlino è uscito dal carcere

Eureco, i familiari delle vittimechiedono di essere parti civili
Paderno Dugnano – Smaltimento illecito di rifiuti, lesioni, incendio, violazioni in tema di sicurezza negli ambienti di lavoro, e omicidio colposo plurimo in relazione alla morte di quattro operai, alcuni dei quali deceduti dopo una lunghissima agonia per le gravi ustioni riportate. Una «tragedia annunciata» quelle accaduta il 4 novembre 2010 all’Eureco di Paderno Dugnano, come l’aveva definita il gip di Milano Giuseppe Vanore, nell’ordinanza restrittiva che lo scorso novembre aveva mandato in carcere Giovanni Merlino, 60 anni, il titolare dell’impianto chimico finito sotto accusa. Merlino, già condannato per omicidio colposo in relazione alla morte di un altro operaio ustionato in uno stabilimento in provincia di Pavia, ha lasciato il carcere nei giorni scorsi, e si trova ora agli arresti domiciliari. 
L’inchiesta è stata condotta dalle procure di Monza e dalla Dda di Milano, competente per il reato inerente i rifiuti i pericolosi. La tragedia, secondo le conclusioni del consulente dell’accusa, l’ingegner Domenico Bardazza, era nata proprio da una procedura sbagliata nello smaltimento di circa 3000 chili di setacci molecolari, dei composti sintetici di scarto, provenienti da un’azienda che forniva Gpl come propellente per i prodotti spray di cosmetica. Dal momento che i setacci, anche se esausti, trattengono componenti di gpl, dal cassone in cui erano stati rovesciati si era alzata una nube di gas, invisibile e inodore che aveva provocato due fiammate. La Eureco, era già stata teatro di un incendio il 4 agosto 2010 nell’impianto di captazione fumi, una sorta di cappa sotto la quale venivano assorbite le esalazioni dovute al travaso dei solventi. 
Quegli stessi solventi, erano stati sistemati dopo l’incendio nelle vicinanze del luogo della tragedia, dove non avrebbero dovuto essere, favorendo la propagazione delle fiamme. Un anno dopo il fatto, Merlino continuava ad amministrare la società, che formalmente era stata intestata alla figlia. Secondo le accuse, si stava adoperando per una fittizia cessione della società, con previsione di retrocessione della stessa. Inoltre, continuava a gestire società operanti nello stesso settore. Per questo, era finito in carcere. A seguito dell’incendio all’Eureco di Paderno, avevano perso la vita Salvatore Catalano, 55 anni, morto dopo 75 giorni di agonia; Harun Zeqiri, 44 anni, deceduto dopo 16 giorni e Sergio Scapolan, 63 anni, scomparso 9 giorni dopo, Leonard Shehu, 38 anni, albanese, dopo 92 giorni di sofferenza. Altri quattro operai, erano rimasti gravemente feriti.
Federico Berni