Monza – Lo si vuole chiamare difetto di comunicazione? E sia, ma sarebbe forse semplicistico. Distrazione generale? Può essere, ma ci sarà un motivo. Disorganizzazione? Ecco, non sarebbe difficile crederlo. Fatto sta che quanto sta accadendo nei distretti sfiora l’ondata di panico. Soprattutto alla fine di una cavalcata di mesi in cui i cittadini sono stati presi a schiaffoni con notizie ondivaghe e contradditorie su tasse, pensioni-miraggio e conti in tasca che non tornano. All’origine, un solo fatto: le esenzioni sanitarie in base al reddito e all’età che cambiano regole.
Dal 15 settembre non vale più l’autocertificazione per chi ha più di 65 anni e un reddito fino a 36.152 euro (in Italia) o 38.500 euro (in Lombardia). No: la certificazione arriva dall’alto, dal Sistema sanitario nazionale, che incrocia i dati anagrafici con quelli dell’Agenzia delle entrate e recapita agli esentati una lettera e un codice che garantiscono l’esclusione del pagamento secondo i parametri nazionali.
Problema uno: a molti quella lettera non è ancora arrivata e già questo innesca preoccupazioni a catena tra le persone. Che, per inciso, sono state avvertite magari solo per caso dei cambiamenti dal proprio medico. Sono gli stessi cittadini che ora si rivolgono all’Asl per saperne di più, o almeno qualcosa, ma qui l’affare si complica. Già, perché la Regione accoglie le esenzioni nazionali e le amplia, ma per questo occorre un’autocertificazione che è possibile fare solo agli sportelli dei distretti Asl. È lì che in queste settimane si sono accalcati centinaia di brianzoli per capire cosa dovessero fare e per uscirne, spesso e volentieri, esasperati e ancora più confusi di quando sono entrati.
Tra voci impazzite, minacce di chiamare i carabinieri, scarsa chiarezza su cosa occorre (serve o non serve portare il Cud?) e indirizzi non uniformi. Le regole, a meno che qualcuno si prenda la briga di smentirle, sembrano queste. Uno: la certificazione che arriverà a casa è quella del Sistema sanitario nazionale. Garantisce l’esenzione a chi – per verifiche fatte a monte – ha più di 65 anni e un reddito fino a 36.152 euro. Nella lettera, arrivata o (si spera) in arrivo, c’è il codice che garantisce il non pagamento del ticket. Basta mostrarla al medico.
Due: esiste una certificazione per i lombardi, sul territorio lombardo, più ampia. Riguarda chi ha più di 65 anni e un reddito fino a 38.500 euro (oltre a ragazzi fino a 14 anni, disoccupati e alcune altre categorie). Questa esenzione si ottiene presentandosi ai distretti Asl (sportello scelta-revoca del medico) per eseguire l’autocertificazione. Salvo pochissime eccezioni (come tutori di persone sotto tutela) occorre farlo di persona, in compenso non servono documenti (nemmeno il Cud) se non quelli di identità. L’Asl potrà fare controlli con l’anagrafe tributaria: se l’autocertificazione è falsa o scorretta sono guai, penali.
Massimiliano Rossin
Come fa opportunamente notare il Caf, il reddito si intende lordo e familiare. Inoltre, eventuali variazioni vanno immediatamente comunicate all’Asl.