Monza – «Metterò uno striscione sul tetto del distributore per chiedere aiuto a Silvio Berlusconi. Se le cose non migliorano mi arrampico sulla gru sperando che qualcuno mi aiuti». Queste alcune delle idee dei due proprietari dei distributori, ai civici 35 e 12, che si trovano in viale Lombardia, nel tratto nord provenendo da piazzale Virgilio. I lavori di interramento del viale hanno creato e continuano a creare grossi disagi ai commercianti che operano in questo tratto di strada.
«Hanno chiuso le strade senza avvisare nessuno – dice Giorgio Silato, proprietario del distributore di benzina IP – dicono che riapriranno il 20 agosto ma chissà. Già lo scorso anno abbiamo chiuso per due mesi e nessuno ci ha rimborsato di nulla. Potremmo fare causa a Anas ma l’avvocato è costoso, il Comune ci ha risarcito solo le tasse per i rifiuti. Sono in perdita di circa 200mila euro, da quando abbiamo chiuso la scorsa estate le cose sono sempre peggiorate, oggi campiamo solo con il lavaggio auto, la vendita benzina è quasi pari a zero, nessuno si ferma per fare rifornimento. Per fortuna la nostra serietà ci ha permesso di avere clienti affezionati che continuano a venire, ma quando abbatteranno il ponte noi saremo davvero senza lavoro».
Tutti i commercianti lamentano la mancanza di comunicazione da parte degli enti coinvolti. «Siamo stanchi di questa situazione – continua Luigi, figlio del proprietario Ip – oltre che preoccupati. Non so fino a quando potremo stare aperti. Non solo vedendo i lavori sembra che l’uscita del tunnel sia troppo vicina al nostro distributore, questo potrebbe essere un pericolo, oltre che un problema ». Dal l’altro lato della strada, in direzione Milano, il collega del distributore Esso Francesco La Torre, è ugualmente preoccupato per il futuro: «Stiamo lavorando poco, circa il 40 per cento in meno del passato. Nessuno ci ha informato della chiusura delle strade, così come del prossimo abbattimento del ponte. E’ davvero un momento difficile, ho anche licenziato un operaio per il poco lavoro e perché non potevo continuare a pagare lo stipendio. Speriamo nell’aiuto del comune, ma chissà, è sempre più difficile restare a galla».
In questa zona erano presenti anche un ristorante e un bar, il primo ha chiuso il secondo si è spostato in un’altra zona della città. Una ventata di ottimismo la porta Kino Tagliabue, dell’omonima azienda: «Per ora ci salviamo ma tutto dipende da cosa faranno per abbattere il ponte, se ci lasceranno lavorare oppure se saremo tagliati fuori».
Alessandra Sala