Monza – Monza, poi Milano e Brescia. Anche altre città ombarde stanno seguendo l’esempio della città di Teodolinda che un anno fa ha dato il via al vigile di quartiere. Si tratta di un servizio che viene organizzato sulla base di alcuni elementi fondamentali: il rapporto diretto con i cittadini, l’ascolto delle segnalazioni, il servizio appiedato, l’uso di contrassegni e copricapo speciali, l’assegnazione a quartieri e zone specifiche. A un anno di distanza dalla sua introduzione, è possibile stendere un primo bilancio dell’iniziativa.
Alcuni numeri: nel 2011 i vigili di quartiere hanno effettuato 1466 servizi, e nel primo trimestre di quest’anno già 164 servizi effettuati nei giardini pubblici, nei mercati e nelle piazze in tutti e cinque i quartiere circoscrizionali. Nel primo trimestre di quest’anno, 84 sono state le segnalazioni di anomalie riscontrate sulla segnaletica stradale (381 da marzo a dicembre del 2011), 306 i controlli ordinari nei giardinetti pubblici (in totale nel 2011 erano stati 1472). Dei servizi effettuati,39 sono nella circoscrizione 5, 38 nella 4. Ai mercati o nei punti vendita, nei primi tre mesi dell’anno, sono stati svolti 36 servizi (384 totali nel 2011). A farla da padrona sono le richieste d’intervento per la presenza di buche e avvallamenti nelle strade o per tombini ingorgati. Sono già 46 le segnalazioni di danneggiamenti ai giardinetti contro le 368 pervenute in nove mesi l’anno scorso. Trentasei, poi, i servizi extra per il contratto di quartiere Cantalupo nel 2011, mentre nella prima parte dell’anno sono stati già organizzati 43 servizi con 63 operatori per un totale di 366 ore circa dedicate al pattugliamento delle vie del quartiere.
«Seppur con risorse umane infinitamente minori rispetto a Milano e Brescia – afferma l’assessore alla Sicurezza Simone Villa – il Comune di Monza ha fatto da apripista, con oltre un anno di anticipo, sul tema dei vigili di quartiere. Non solo la scommessa fatta un anno fa si è rivelata vincente in termini di aumento della presenza nei quartieri come risposta alle aspettative di vivibilità dei cittadini, ma possiamo dire di aver creato un modello nella gestione della sicurezza urbana, grazie ad una efficace riorganizzazione del corpo della Polizia Locale, a cui oggi si ispirano le due prime città lombarde. E’ questa un’ulteriore conferma della bontà della scelta intrapresa, insieme ai positivi riscontri da parte di cittadini e delle circoscrizioni».