Monza – In una situazione di crisi finanziaria, economica e occupazionale che dura da oltre tre anni gravando pesantemente sui salari èsbagliato procedere a colpi di sciopero generale come sta facendo la Cgil, negli ultimi anni, senza peraltro ottenere risultati. Questa la posizione espressa dalla Fim Cisl Brianza sullo sciopero generale indetto per domani dalla Cgil.
Per un Sindacato -dicono i metalmeccanici Cisl – è normale dialogare, contrattare con il Governo, con ogni tipo di Governo è una condizione fondamentale nell’interesse dei Lavoratori. Averlo fatto, come Cisl, anche con questo Governo ha prodotto due risultati importanti come la Cigs in Deroga e la Detassazione del Salario di produttività. Due risultati della Cisl che poi sono stati acquisiti unitariamente, da tutte le organizzazioni sindacali.
L’inflazione, con l’aumento del petrolio, riprende quota andando a colpire i salari delle famiglie attraverso l’aumento dei beni di prima necessità come l’alimentare e i trasporti. Soprattutto in tema di trasporti, l’azione della Cisl: «Metti la firma, libera la benzina», finalizzata a ridurre i costi per i Lavoratori e Pensionati va nella direzione giusta.
Anche perché il Governo si era impegnato a ridurre le accise (tasse governative che pesano per la maggior parte sul costo totale della benzina) nel caso il prezzo del petrolio al barile avesse superato i 70 dollari, invece ora viene introdotta una nuova tassa sulla benzina per sostenere il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo). Nonostante la crisi finanziaria le cui maggiori responsabilità sono da ricondursi, a livello mondiale, alle banche, queste continuano ad aumentare le spese bancarie (conti correnti, bancomat, singole operazioni) con maggiore onere per i piccoli risparmiatori.
La riforma federalista rischia di trasformarsi in un trasferimento di tassazione dal centro (lo Stato) alla periferia (Comune, Regione) in cui, al cittadino-lavoratore invece di portare benefici potrebbe portare ulteriori costi. Quindi il rischio fondato è quello di vedersi delle imposte aggiuntive rispetto alle promesse e ai proclami che con il federalismo le tasse si sarebbero abbassate. La riforma del fisco, tanto richiesta dal Sindacato e dalla Cisl con varie proposte, non è nemmeno partita e anzi, per la sua impopolarità tra chi non ha il prelievo alla fonte (trattenuta sulla busta paga o sulla pensione), si rischia seriamente che non venga mai realizzata.
Oggi il prelievo fiscale pesa oltre il 40% sui redditi mentre in Italia ci sono oltre 120 miliardi di euro annui tra evasione fiscale e lavoro nero che potrebbero essere utilizzati, se tutti pagassero le tasse con equità in base al proprio reddito e ai propri beni, per equilibrare la tassazione, fare maggiori investimenti, rilanciare l’economia attraverso i consumi famigliari e una giusta politica dei redditi. La disoccupazione giovanile rimane al 29% e con una previsione di crescita del PIL appena al di sopra dell’1% non sarà possibile, se non si attua una seria politica economica, creare posti di lavoro.
«Pensiamo -dice la Cisl nel documento reso pubblico oggi- sia necessario fare alcune scelte di politica economica semplici ma efficaci: recuperare l’evasione fiscale e reinvestirla in progetti di sviluppo industriale, portare la prima aliquota fiscale dal 23% al 20%, tassare le rendite finanziarie, senza colpire i piccoli risparmiatori, una riforma del mercato del lavoro rendendo meno precario l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, attraverso l’Apprendistato».
Occorre, insomma una politica industriale efficace, ripartire da questa Piattaforma minima, concreta ed efficace, che proponiamo a tutte le Organizzazioni Sindacali, e rispetto alla quale siamo pronti unitariamente ad assumere iniziative adeguate.
«L’invito del Presidente della Repubblica a Cgil – Cisl – Uil di essere unitari – conclude la Fim -è da assumere come impegno a breve. L’unità di intenti e d’azione, si costruiscono a partire dai comportamenti concreti nell’azione sindacale quotidiana. Auspichiamo che dopo il 5° sciopero generale separato, si ritrovi un tavolo di confronto che consenta al sindacalismo Confederale di maturare scelte condivise nell’interesse del bene comune».