Monza – Avete mai provato a recarvi in ospedale e cercare un reparto affidandovi ai cartelloni? Beh, se siete al San Gerardo di Monza bisogna munirsi di un vocabolarietto inglese e uno di medicina. Sì, perché nonostante la segnaletica non manchi, spesso ci si imbatte in acronimi o termini strani che ai più risultano sconosciuti.

Qualche esempio? Ecco che l’unità di cura coronarica diventa Ucc, la terapia intensiva è sintetizzata in T.I.; E che ci fa un bel “D.H.” davanti al nome ambulatori? Dice semplicemente –ma semplicemente solo per gli addetti ai lavori- che sono ambulatori in day hospital, altro temine inglese che va per la maggiore che sta ad indicare gli interventi che si svolgono in giornata, senza ricovero.

Un vezzo, quello di usare la lingua della perfida Albione, assai diffuso: altro esempio, al sesto piano del padiglione C. Qui c’è neurologia, con la sua stroke unit, ovvero l’unità preparata per la diagnosi e la cura dell’ictus. Non si può scrivere semplicemente così? E ancora, se hai bisogno di una terapia anticoagulante, rivolgiti allo sportello “Tao”.

E a fianco dell’indicazione Medicina nucleare appare un bel Pet. Nessuno riferimento a terapie con animali, ma acronimo che sta per tomografia con emissione di positroni, ovvero una tecnica in grado di individuare i tumori e le metastasi. Ancora: di fianco a Pediatria ematoligica appare la sigla Ctmo. Non era più semplice scrivere Centro trapianto di midollo osseo?

Con tutte ‘ste sigle hai bisogno di un caffè? Presto fatto, le macchinette sono a portata di mano: nell”<area break> naturalmente.
Antonello Sanvito

Servizio sul Cittadino in edicola giovedì 11 ottobre