Monza – Un incendio divampato per cause accidentali, scoppiato probabilmente in una zona del capannone in cui erano custodite delle bombolette di gas. Sono le uniche informazioni, allo stato attuale, di cui sono in possesso i magistrati della procura della repubblica di piazza Garibaldi. A palazzo, infatti, non è ancora stata inviata la relazione dei vigili del fuoco sul tavolo del magistrato di turno la scorsa settimana, il sostituto procuratore Salvatore Bellomo.
L’ipotesi più accreditata, comunque, è che lo spaventoso incendio di giovedì scorso deve ricondursi a cause del tutto accidentali. Fondamentale, per un eventuale sviluppo dell’inchiesta, resta la relazione che i vigili del fuoco stanno redigendo sull’accaduto. In una prima comunicazione inoltrata il giorno dopo il fatto dal Comando provinciale dei vigili del fuoco di Milano a diversi soggetti, tra cui comune, carabinieri e società proprietarie dei capannoni interessati al rogo, si riferiva che “a causa del collasso della struttura interessata dall’incendio ed allo scopo di garantire la sicurezza delle squadre di vigili del fuoco operanti, si autorizza l’intervento per abbattere le parti dell’edificio non più recuperabili”.
Nella stessa nota, si disponeva l’utilizzo delle maschere antigas, visto che “ad un primo esame visivo, la copertura dell’edificio sembrerebbe composta da materiale di tipo cemento amianto”. Lo stesso giorno, veniva effettuato un sopralluogo sul posto da parte della polizia locale. I vigili hanno verificato che i “fabbricati risultano ammalorati ed interessati da dissesto strutturale”, come si legge in un altro documento emesso dal dirigente comunale del settore edilizia. Ai proprietari viene ordinato il “ripristino delle condizioni minime di sicurezza”.
F. Ber.